Aeroporto, furti di preziosi dai bagagli

Scoperti e denunciati tre addetti al facchinaggio: nella casa di uno di loro trovati 435 collane e 30 orecchini d’oro

VENEZIA. Addetti al facchinaggio infedeli, furti per ventimila euro. Approfittavano delle loro mansioni per far sparire preziosi e merci costose, così come era già accaduto. Ancora un’operazione messa a segno per i carabinieri di Mestre e della stazione di Tessera. Dopo la denuncia a piede libero eseguita la scorsa estate, ne sono fioccate altre e sempre per lo stesso motivo: sono stati, infatti, scoperti a rubare alcuni “infedeli” addetti al carico/scarico di merci nello scalo aeroportuale del Marco Polo di Venezia.

I lavoratori in questione - favoriti dalle loro mansioni di facchini allo scalo merci e bagagli - approfittavano del materiale possesso temporaneo dei colli in transito all’aeroporto per far sparire preziosi di alto valore e merci pregiate. Un’appropriazione indebita pericolosa, visto che altri come loro erano già stati “pizzicati” e arrestati. Evidentemente, però, pensavano di poterla fare franca e che nessuno mai se ne sarebbe accorto, così ci hanno provato sottovalutando i sistemi di sicurezza e gli occhi elettronici che ci sono nello scalo.



Sono stati, infatti, traditi dai sistemi di videosorveglianza interna, ancora una volta.

È ad ottobre che i militari della stazione carabinieri di Tessera avevano avviato un’intensa attività d’indagine, sulla scorta delle segnalazioni ricevute dai cittadini in transito nell’affollato scalo aeroportuale veneziano, che denunciavano la sparizione dei loro beni più preziosi. Fatto che ha ovviamente insospettito i militari, i quali hanno così approfondito le varie notizie attraverso alcuni accertamenti di polizia giudiziaria, acquisendo ed analizzando le immagini del sistema di videosorveglianza interno. Detto fatto. Grazie alla caparbietà dei carabinieri è stato possibile individuare un gruppo costituito da tre persone di diverse nazionalità, che sembrava agire in maniera solidale ed in modo apparentemente sospetto attorno alle merci a loro affidate per lo scarico/carico dei velivoli. Sulla base di queste analisi, è scattata la richiesta di perquisizioni domiciliari a carico dei tre soggetti ritenuti responsabili, accolta dall’Autorità Giudiziaria ed eseguita ieri mattina: al termine delle perquisizioni, nell’abitazione di colui che era considerato il principale fautore dei furti, sono stati trovati ben 435 collane e 30 orecchini in metallo prezioso, nonché inequivocabili prove dei furti perpetrati ormai da mesi. A casa di altri due “facchini” sono stati recuperati ulteriori materiali preziosi e indumenti femminili. Il valore della merce recuperata si aggira intorno ai 20.000 euro: la stessa somma è stata parzialmente restituita ai legittimi proprietari già individuati dai carabinieri sulla base delle denunce di furto ricevute, ma sono in corso ulteriori accertamenti.

I militari dell’Arma invitano la popolazione a sporgere denuncia in maniera tempestiva, al fine di consegnare quanto rinvenuto ai veri proprietari. I tre sono stati denunciati per i reati di ricettazione e furto aggravato, ma sono tuttora in corso gli opportuni approfondimenti sulla vicenda, per identificare eventuali complici degli autori del reato ed accertare il compimento di altri analoghi illeciti allo scalo aereo veneziano. L’episodio di ieri è esemplare di quanto sia fondamentale la collaborazione dei cittadini con le forze dell’ordine per la repressione dei fenomeni criminosi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia