Aeroporto a rischio di nuovi scioperi per i 70 licenziamenti
VENEZIA. I 70 licenziamenti annunciati da Aviapartner spa rischiano di causare nuove proteste e scioperi all’aeroporto Marco Polo, con le inevitabili e sgradite conseguenze su voli e passeggeri. Infatti, se mercoledì 23 l’incontro con le tre società di handler e i sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Uil - convocato da Save spa (la società di Enrico Marchi che gestisce lo scalo veneziano) - non si concluderà con un accordo sulla “clausola sociale”, scatteranno la convocazione in prefettura e nuovi scioperi. Sempre che non scoppi la rabbia dei lavoratori con proteste improvvise.
L’ultimo sciopero a sorpresa è stato quello dei dipendenti delle società di handler - addetti ai bagagli e agli altri servizi di terra che vengono forniti alle compagnie aeree e ai loro passeggeri - con conseguenti ritardi e cancellazione di voli: è successo il 5 giugno scorso all’indomani dell’arrivo delle lettere di licenziamento a 13 dipendenti di Ata Italia, poi rilevata dalla francese Wfs. Nei mesi precedenti e nel 2014 si sono registrati altri scioperi indetti dai sindacati confederali o di base per convincere le società di handler e il gestore dell’aeroporto Marco Polo (Save spa) a sottoscrivere la clausola sociale.
E nell’autunno del 2013 una protesta spontanea ha portato alla cancellazione di decine di voli e dirottamenti su altri scali, con la minaccia del Prefetto di denunciare i lavoratori che avevano partecipato allo sciopero dei bagagli indetto, senza il preavviso previsto dalla legge, proprio per protestare contro il mancato rispetto della “clausola sociale” che dovrebbe scattare ogni volta che una compagnia area cambia handler conquistando tariffe di servizio più convenienti e ridotte, anche se ciò comporta tagli di posti pur di ridurre il loro costo del lavoro. Insomma una vera e propria “guerra delle tariffe” che lo stesso presidente di Save spa, ha più volte bollato come attività di “dumping” tra le tre società di handler che operano al Marco Polo, ovvero Aviapartner spa, Gh Venezia spa e Wfs Italia che ha rilevato recentemente Ata Italia.
A nulla sono valsi scioperi, insistenze dei sindacati e perfino gli incontro indetti da Save ed Enac proprio per raggiungere una accordo tra gli handler che mettesse fine al “dumping” con l’individuazione di un meccanismo (algoritmo matematico già messo a punto) che permetterebbe di calcolare il numero di dipendenti che debbono passare da un handler all’altro ogni volta che una compagnia sottoscrive un nuovo contratto per i servizi di terra. Ieri i dirigenti di Save hanno avuto un incontro preparatorio con i rappresentanti dei tre handler ma bisognerà attendere domani per capire se ci sono margini reali per la firma di un accordo che stabilisca delle regole precise che garantiscano la stabilità occupazionale in un aeroporto.
Anzi i posti di lavoro dovrebbero aumentare, come ha sempre preconizzato lo stesso Marchi, parlando esplicitamente di mille posti di lavoro in più per ogni milione di passeggeri. Del resto l’aeroporto di Venezia - terzo hub nazionale – registra un continuo aumento dei suoi traffici: 55.450 movimenti (atterraggi e decolli) nei primi otto mesi del 2015 con un + 4% rispetto al 2014 e 5.929.338 passeggeri da gennaio ad agosto di quest’anno, pari a un +1,8% rispetto allo stesso periodo del 2014.
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