«Adesso contro il vescovo la querela è possibile»
PADOVA. «La querela? Non è esclusa. Sarà la giudice Beatrice Bergamasco a decidere con calma. Ma non c’è solo la strada penale, c’è anche quella del risarcimento del danno, percorribile con un’azione civile. A noi magistrati interessa solo una cosa: essere rispettati nel nostro lavoro. Un lavoro pubblico e giustamente sottoposto a critiche che, tuttavia, non devono travalicare il limite, diventando offese o, peggio, tradursi in insinuazioni. Ecco perché, se ci sarà una causa civile, non è escluso che intervenga l’Associazione nazionale magistrati (Anm): è un’opzione che stiamo valutando». Il presidente dell’Anm Veneta, Lorenzo Miazzi, si schiera deciso ancora una volta in difesa della collega padovana che ha pronunciato la sentenza nei confronti del tabaccaio di Civè di Correzzola Franco Birolo (condannato per eccesso colposo di legittima difesa a 2 anni e 8 mesi di carcere oltre al pagamento di un risarcimento di 325 mila euro a favore della famiglia del ladro moldavo Igor Ursu). Le polemiche non si spengono alimentate dall’articolo pubblicato sul settimanale diocesano “La Scintilla”. Un articolo firmato dal vescovo di Chioggia monsignor Adriano Tessarollo che ha bollato quel ristoro come «un bel vitalizio ottenuto dai familiari per l'incidente accadutogli nel suo "lavoro notturno di ladro e scassinatore"». Continua il presidente Miazzi: «La collega Bergamasco si prenderà tutto il tempo necessario, ora è troppo coinvolta, poi deciderà. E valuterà se procedere sia nei confronti delle dichiarazioni deliranti pubblicate sui social come Facebook o su alcuni blog, sia altri pesanti commenti come quelli del vescovo. Il giudice non va attaccato sul piano personale». Per quanto riguarda il prelasto, l’esponente dei magistrati veneti chiarisce: «Naturalmente il diritto di critica va rispettato... Ma la critica deve’essere continente e riferita ai fatti: qualcuno valuterà se ha queste caratteriste o va ben al di là». C’è un’altra questione che l’Anm esaminerà perché ogni sentenza o inchiesta rischia di scatenare la guerra contro quel giudice o quel pm: «Bisognerà riflettere se sia opportuno che la stampa indichi i nominativi dei magistrati: ci stiano ponendo il problema di chiedere il diritto alla riservatezza. È passata la stagione dei “Di Pietro” o dei “De Magistris”: oggi finire sui giornali crea solo problemi, il protagonismo non produce risultati positivi, ma attacchi continui»
Pieno apprezzamento per le dichiarazioni espresse sia dall’Ordine degli avvocati di Padova («Solidarietà al giudice che svolge la propria attività quotidiana con scrupolo e serietà») sia dall’avvocato Luigino Martellato, difensore di Birolo che ha preannunciato appello («Attacchi al giudice inaccettabili e ingiustificabili... La nostra battaglia sarà solo nelle aule giudiziarie»). «Fa piacere che quanti sono abitualmente parte nel processo abbiano espresso queste posizioni» rileva Miazzi, «L’appello serve a rivedere i fatti che possono essere interpretati diversamente: è la fisiologica dialettica del processo.
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