Addio negozi a Venezia: i grandi marchi fanno esplodere gli affitti

Per 100 metri quadri si arriva a pagare una pigione di 600 mila euro l'anno. Gabriel (Federazione Moda): «Cifre proibitive, cambiata la geografia commerciale della città»
Agostini Interpress Venezia, 25.07.2007.- San Marco, negozi Grandi firme.-
Agostini Interpress Venezia, 25.07.2007.- San Marco, negozi Grandi firme.-

VENEZIA. le grandi griffe spingono in alto i canoni di locazione e cambiano i connotati al commercio. La presenza di brand internazionali ha inciso profondamente sul mercato immobiliare della città decretando la chiusura di molti negozi multimarca situati fuori dai percorsi delle Higt Street. Un fenomeno che, unito alla crisi, ha determinato anche un’estensione geografica delle strade del lusso.

Venezia, assieme a Roma, Milano e Firenze, è la città in cui, in un clima di crisi generale, le Higt Street continuano a fare affari, e che - assieme a Milano e alla capitale - vanta il primato degli affitti più alti: fino a 600mila euro all’anno per un negozio di 100 metri quadri nelle vie del lusso del centro storico lagunare.

Il graduale abbandono delle calli a ridosso del centro da parte dei negozi storici ha lasciato spazio ai grandi brand, consentendo al lusso di espandersi anche oltre i confini tradizionali e ora nuove Higt Street si affacciano al mercato: sono quelle di Calle Vallaresso e della Frezzeria, con canoni d’affitto tra i 2500 e i 6mila euro a metro quadro all’anno. Il che significa che per un negozio di 100 metri quadri in queste zone l’affitto annuo varia fra i 250mila e i 600mila euro. «Cifre proibitive per i negozi storici di Venezia che un tempo popolavano le calli a ridosso del cuore della città, addirittura più alte di quelle in vigore in piazza San Marco (dai 250mila ai 400mila euro all’anno per un negozio di 100 metri quadri) e alle Mercerie (dai 150mila ai 360mila euro all’anno)», commenta il presidente della Federazione Moda Italia del Veneto Giannino Gabriel.

I dati emergono dal Fashion & High Street Report redatto dalla Federazione Moda Italia-Confcommercio in collaborazione con World Capital Group che, con l’Osservatorio Acquisti Carta Si e Global Blue, ha realizzato un’analisi del mercato fashion con una serie di informazioni e dati strategici per il settore.

«Nel centro storico di Venezia negli ultimi 8 anni la distribuzione si è rinnovata, dando vita a nuove attività anche al di fuori dei percorsi turistici più tradizionali – spiega Gabriel - In questi anni si è passati dal negozio medio/piccolo a grandi metrature che arrivano fino a 500 metri quadri, prevalentemente di importanti brand. La crisi, laddove si è fatta sentire, non ha lambito le vie più turistiche dello shopping internazionale, ma ha penalizzato invece quei piccoli negozi multimarca di fascia media e medio-alta, al di fuori di questi percorsi, che pure sono parte integrante del centro storico di Venezia. In proposito va rilevato che la presenza nelle high street dei grandi brand ha avuto delle conseguenze non sempre positive nei confronti del tessuto commerciale delle altre aree della città insulare, ad esempio con l’aumento esponenziale del costo delle locazioni commerciali, ma anche più in generale con lo scarso ritorno economico che il territorio ha avuto da parte di questi grandi brand (i ricavi delle vendite non sono quasi mai reinvestiti nel tessuto produttivo cittadino, ma seguono altre strade, proprie di queste multinazionali della moda)».

Secondo i dati, quindi, l’andamento del mercato nell’isola ha avuto uno sviluppo non uniforme, perché se da un lato è cresciuto per effetto del turismo dei nuovi ricchi (prevalentemente cinesi, giapponesi, russi, ma non solo), che premiano i grandi brand dell’abbigliamento, calzature e accessori, dall’altro lato è andata sempre più assottigliandosi la fascia di turismo stanziale – come segnala la Confcommercio di Venezia Centro Storico - a favore di un turismo di massa, mordi e fuggi, che ha quindi scarse possibilità di acquisto, arrivando a Venezia con un budget tutto compreso per bibite, panini, una visita a Piazza S.Marco e un piccolo souvenir. Da questo punto di vista la crisi si è fatta sentire anche nella Venezia insulare. Con riferimento a questi primi mesi dell’anno, secondo la Provincia di Venezia, nel periodo gennaio-maggio a Venezia sono arrivati 1.538.515 turisti (+3,78% rispetto al 2013); tale dato rappresenta il 67% degli arrivi e il 62% delle presenze del lusso turistico complessivo dell’intera provincia di Venezia.

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