Addio Mondadori, borse di lusso al posto dei libri
Benetton ha risolto il contratto di affitto con la Mondadori: inutili gli appelli e le petizioni del mondo culturale veneziano. Tredici persone perderanno il lavoro
Giovanni Pelizzato
VENEZIA.
Borse e scarpe di extralusso al posto dei libri. Via la Mondadori, all'ex cinema San Marco arriva Louis Vuitton. Dai primi mesi del 2011 la griffe prenderà in affitto da Benetton i prestigiosi locali a pochi metri da piazza San Marco restaurati pochi anni fa. Il tempo di risolvere il contratto con la Mondadori, che da sei anni aveva aperto il suo punto vendita e organizzava dibattiti e conferenze allo «Spazio Eventi».
Un'altra libreria sfrattata e 13 persone lasciate a casa dal gestore Giovanni Pelizzato. Raccolte di firme e appelli del mondo della cultura finiti nel vuoto. Alla fine la società di Ponzano è andata avanti per la sua strada. E dopo l'acquisto del Fontego dei Tedeschi, da cui se ne sono andate le Poste, ha deciso di risolvere il contratto con la casa editrice. Business is business, e quando si è trattato di far due conti i Benetton si sono accorti che quel negozio vicino alla Piazza avrebbe potuto rendere ben di più dell'affitto della libreria.
Il titolare del marchio Vuitton, il miliardario francese Betrand Arnaud è _ come Pinault, proprietario di Punta della Dogana e di palazzo Grassi _ un collezionista d'arte, interessato qualche anno fa all'acquisto di palazzo Labia.
Ma che ne sarà dello Spazio Eventi al secondo piano, da qualche anno cenacolo culturale per i veneziani con convegni e presentazioni di libri aperte alla città? I Benetton non commentano ufficialmente. Fanno sapere che quello spazio potrà restare «pubblico» naturalmente se qualcuno se ne accollerà i costi di gestione. Non si esclude possa essere lo stesso Vuitton a farlo, come nell'esempio di alcuni suoi negozi parigini. Per la libreria Mondadori intanto si profila la chiusura. Soluzioni alternative come uno spazio al Fontego dei Tedeschi destinato a centro commerciale o al futuro cinema Rossini non potranno arrivare che tra qualche anno. E intanto l'attività sarà costretta a chiudere subito dopo le feste di Natale.
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