«Addio Italia», il libro di Favarato segnalato al premio Calvino

Il dramma dell’emigrazione veneta in Brasile: la storia corale della vita di un paese alla fine dell’Ottocento

VENEZIA. Importante riconoscimento per «Addio Italia»: il romanzo di Gianni Favarato, giornalista della Nuova, ha ottenuto una segnalazione dal Comitato di lettura del Premio Italo Calvino. Questa la motivazione: «Per aver portato alla luce vicende poco note dell’emigrazione dal Veneto al Brasile a fine Ottocento, tra seducenti reclutatori e opposizione degli agrari».

Il romanzo di Favarato infatti è ambientato nel 1889, in un piccolo municipio della profonda campagna veneta. Racconta una storia del nostro passato che ci aiuta a capire il presente, gli immigrati che vengono in Italia sui barconi e gli italiani che ancora oggi continuano ad emigrare, anche loro in cerca di una vita migliore. I protagonisti sono gli abitanti di Porto Casale, paese dell’entroterra veneziano.

Alla fine dell’Ottocento milioni di italiani delle regioni settentrionali oppressi da miseria, ignoranza e malattie hanno abbandonato l’Italia appena riunificata da Garibaldi per raggiungere le Americhe. Un’emigrazione organizzata di massa, dimenticata dai libri e dalla cinematografia, concentrate piuttosto su quel che accade dopo l’arrivo nelle Americhe delle ondate di emigranti italiani successive alla Prima e Seconda Guerra, tralasciando così di raccontare come maturò in loro l’idea di andarsene “al di là del mare” e quanto dovettero lottare per poter espatriare. I personaggi e gli eventi del romanzo nascono dagli scarni ricordi lasciati dai loro trisnonni e da pubblicazioni e documenti d’archivio consultati in Brasile e in Italia.

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