«Addio alle slot machine Gli ideali meglio dei soldi»

Ponte Crepaldo, Pier Antonio Lucchetta toglie le macchine dalla sua tabaccheria «Rinuncio a 10 mila euro l’anno ma non potevo vedere la gente rovinarsi la vita»
Di Giovanni Cagnassi

PONTE CREPALDO. Rinuncia a diecimila euro l’anno di incasso sicuro e si sbarazza delle slot machine dal suo locale di Ponte Crepaldo. Una scelta maturata dopo aver riflettuto a lungo sui problemi legati alle ludopatie, dopo aver visto anziani giocarsi la pensione, madri dimenticarsi di preparare la cena ai figli, giovani spendere lo stipendio dei genitori davanti ai video scintillanti e ingannatori che promettono vincite incredibili con pochi spiccioli.

Pier Antonio Lucchetta, titolare della rivendita numero 5 in via Triestina Bassa 72 in località Ponte Crepaldo, una manciata di chilometri dal centro di Eraclea, ha preso la sua decisione. E non ha alcun rimpianto.

«Dopo quasi venti giorni di trattativa con il noleggiatore delle slot per il mio locale», racconta Lucchetta visibilmente soddisfatto, come se si fosse tolto un peso, «sono riuscito a togliere le tre slot, promettendo che non c’era nessun altro noleggiatore a farmi delle proposte e che se avessi cambiato idea l’avrei richiamato».

Il noleggiatore era incredulo ma lui non ha dubbi. «Io credo si possa ben capire», riflette Lucchetta, «che gli interessi economici sono abbastanza buoni da parte del noleggiatore e anche da parte mia. Comunque, nonostante la crisi, e la somma di 10 mila euro annui di incassi, la scelta da parte mia è stata morale. Mi sono stancato di vedere gente che butta centinaia, qualche volta migliaia, di euro in una macchinetta per poi dire al figlio: “No le caramelle ti fanno male ai denti”».

Scene di ordinaria follia che riguardavano clienti del suo locale, pronti a privare la famiglia dei soldi necessari per vivere e stare bene, inghiottiti dalle macchinette infernali contro le quali in molte città si stanno scatenando battaglie durissime, anche da parte dei Comuni. A San Donà, qualche anno fa, l'allora vice sindaco, Alberto Gobbo, aveva denunciato persone seguite dai servizi sociali che giocavano i contributi alle slot. Oggi il Comune di San Donà aderisce al manifesto contro le ludopatie e il vice sindaco, Oliviero Leo, ha già dichiarato che sarebbe pronto a emettere persino un'ordinanza per toglierle da ogni pubblico esercizio e locale, a costo di dover sostenere i ricorsi inevitabili e consentiti dalla leggi. Purtroppo al momento l'unica scelta può essere solo dei gestori che si rapportano con la loro coscienza, come Lucchetta.

«Sono un padre di quattro figli», conclude Lucchetta, «qualcuno deve iniziare a far capire che dopo aver mangiato le caramelle bisogna lavarsi i denti. Credo e spero che le mie scelte etiche possano servire sopratutto alla mia famiglia e alla mia comunità».

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