Addio al “Guerriero della vita” trapiantato e donatore di organi

Scorzè. Chiesa gremita ieri ai funerali di Andrea Cappelletto morto sabato a 40 anni per un’emorragia Nella commossa cerimonia ricordato il gesto di generosità della famiglia con l’espianto del fegato
Di Alessandro Ragazzo

Tanta, davvero tanta gente ieri per l’ultimo saluto a Scorzè ad Andrea Cappelletto, il 40enne morto sabato in seguito a un’emorragia cerebrale e che ha donato il fegato dopo aver subito due trapianti di reni nel corso della sua vita.

C’era talmente tanta folla che molti sono rimasti sul sagrato della chiesa, ormai colma di fedeli. Una cerimonia toccante, officiata dal parroco don Massimo Gallina e dallo zio di Andrea, padre Gianni, ma con la presenza di cinque confratelli della comunità del Santo di Padova e Camposampiero e dell’istituto Teologico della stessa Padova. In prima fila i genitori Luigi e Maria Lucia, i fratelli Matteo e Stefano, i tanti parenti e amici, che hanno conosciuto la storia di Andrea, le sue vicissitudini ma anche, e soprattutto, la sua voglia di vivere e la generosità che lo ha contraddistinto sino all’ultimo. «Ognuno di noi vive nella continua attesa di questa “parola di vita”» dice nell’omelia padre Gianni «e per essa prega, soffre, lotta. Come ha vissuto Andrea, con discrezione e con coraggio ha atteso, sperato, sofferto e lottato da autentico “guerriero della vita”. Certo, in più di qualche momento pure lui – come il biblico Giobbe – ha espresso protesta ribellione ma sempre perché desiderava rendere più vivibile la sua vita e in attesa di quella parola di luce e di speranza che gli donasse serenità e gioia di vivere. Per questo, a ogni attacco del male, ha sempre saputo lottare rialzandosi. Fino a qualche giorno fa, quando non ce l’ha più fatta e ha consegnato silenziosamente la sua vita al Signore».

Padre Gianni ha ricordato la pazienza e il coraggio dei genitori e dei fratelli e di quanti sono stati accanto al 40enne, oltre a essere grato ai medici degli ospedali di Noale, Verona, Bologna, Bruxelles, Padova, Dolo e Mestre. «A tutti coloro che hanno creduto in lui», continua il sacerdote, «e nella forza della vita, il grazie riconoscente e l’assicurazione di un ricordo di gratitudine». Proprio i sanitari di Dolo e Mestre sono stati gli ultimi a seguire Andrea; prima nella Riviera del Brenta, dov’era stato ricoverato sabato 21 maggio in seguito a un malore a cui venerdì scorso si è aggiunta un’emorragia celebrale. Inutile il trasferimento a Mestre, dove è spirato sabato. L’ultimo gesto di generosità della famiglia è stato donare il fegato; un segno di riconoscenza e di aiuto per quanti avevano fatto altrettanto con lo sfortunato Andrea.

Alessandro Ragazzo

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