Addio a Roiter, grande fotografo

VENEZIA. Chiesa strapiena di veneziani e ammiratori della sua fotografia d’arte. Un lungo applauso ha salutato alla fine l’uscita di scena di Fulvio Roiter, il fotografo novantenne che ha reso popolare l’immagine di Venezia nel mondo. Nella basilica di San Giovanni e Paolo, insieme al parroco e padre domenicano don Angelo Preda, don Luigi Battaggia, che conosceva Roiter da molti anni. «Era un pittore della luce», ha detto, «era amico della vera arte e dunque amico della Chiesa e di Dio».
La bara di Fulvio Roiter, in legno chiaro, era coperta da un grande cuscino di fiori bianco e lilla. In prima fila la moglie e sua compagna di una vita, la fotografa belga Luise Embo, le figlie Evelin e Jessica, i nipoti.
E tanti veneziani che hanno conosciuto e apprezzato Roiter. Fotografo di viaggi nato a Meolo, approdato giovanissimo in laguna come socio del Circolo fotografico La Gondola. Le sue prime opere importanti, come «Essere Venezia», hanno portato al grande pubblico internazionale l’immagine romantica di Venezia. Paesaggi, sensazioni, ritratti. E scatti celebri come i due carabinieri in piazza San marco, i vetri con la pioggia e dietro l’immagine sfuocata dell’acqua e della sua amata città.
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