Addio a Pascotto, padre della Cardiologia

Il medico aveva 75 anni. Ha creato e diretto il reparto cittadino trasformandolo in uno dei centri migliori d’Italia
Di Filippo De Gaspari
MIRANO: PRESENTAZIONE NUOVE ATTREZZATURE PER LA TAC. il Dott PASCOTTO . 22/03/05 © L. P˜rcile
MIRANO: PRESENTAZIONE NUOVE ATTREZZATURE PER LA TAC. il Dott PASCOTTO . 22/03/05 © L. P˜rcile

MIRANO. È morto la scorsa notte, in ospedale a Treviso, Pietro Pascotto, ex primario della Cardiologia di Mirano, uno dei massimi esperti in materia e tra i luminari italiani più in vista. In decenni di carriera ha salvato migliaia di vite, mettendo la sua firma anche sul primo trapianto di cuore condotto a Padova dal professor Vincenzo Gallucci, esattamente trent’anni fa. È stato il maestro indiscusso della cardiologia veneziana e regionale: la maggior parte dei direttori di unità cardiologiche in Veneto sono stati suoi allievi.

Pascotto aveva 75 anni e da circa un mese era affetto da una grave infezione intestinale. Ricoverato in Rianimazione al Ca’ Foncello di Treviso, non si è più ripreso, spegnendosi martedì notte. Aiutante dell’allora primario di Cardiologia a Mirano Eligio Piccolo, Pascotto ne ereditò la direzione quando Piccolo finì a Mestre. Con passione e dedizione iniziò a costruire un po’ alla volta un reparto all’avanguardia che ancora oggi è considerato uno dei migliori in Italia. Pascotto lo realizzò con pazienza, lucidità, lungimiranza, ma anche determinazione, sfruttando conoscenze imprenditoriali e politiche che si era costruito negli anni, mettendo sempre al primo posto i suoi pazienti. Sotto la sua direzione la Cardiologia di Mirano fu una delle prime ad avere assistenza continua ai malati cardiopatici, servizi di prevenzione e cure cliniche, terapia intensiva coronarica, sale di emodinamica ed elettrofisiologia, riabilitazione post-intervento e cardiochirurgia, ora trasferita a Mestre.

Pascotto seguiva tutto in prima persona, senza mai delegare e rimanendo in reparto anche 24 ore al giorno se necessario. Rimase in reparto anche dopo l’età pensionabile, prolungando la sua esperienza di primario e solo a 68 anni accettò di lasciare la direzione dell’unità operativa al suo delfino, Bernhard Reimers, l’unico che nelle ultime settimane era a conoscenza della malattia che l’aveva colpito. Perché Pascotto, a dispetto della grande popolarità conquistata sul campo, era anche persona timida e riservata. Pochi, fuori dall’ambito famigliare, sapevano della malattia e quando lo scorso 28 novembre la sua assenza fece rumore alla Giornata di cardiologia interventistica di Mirano, circolò la voce che Pascotto fosse bloccato a casa dal mal di schiena.

Il suo nome è stato anche legato alla politica: vicino al centrosinistra, fu più volte tra i papabili candidati sindaco della città, ma Pascotto era un tecnico a tutto tondo, che con i politici era solo legato da amicizia e dai quali cercava di ottenere benevolenza per il “gioiello” da lui creato. Un’eccellenza riconosciuta anche dai tanti nomi illustri in cura da lui: imprenditori, professionisti, sportivi famosi, politici (Renato Chisso, Giancarlo Galan, Daniele Stival per citarne alcuni). Non ha mai abbandonato la sua passione per il cuore, aprendo e dirigendo dopo il congedo dall’ospedale un centro cardiovascolare in via Macello, sempre a Mirano.

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