Addetti alle pulizie senza stipendi La Cgil contro Zara

Il sindacato denuncia il trattamento salariale riservato ai lavoratori che puliscono i negozi del gruppo spagnolo
Foto Agenzia Candussi/ Scattolin / Marghera, centro commerciale Nave de Vero/ Secondo giorno di saldi invernali 2018
Foto Agenzia Candussi/ Scattolin / Marghera, centro commerciale Nave de Vero/ Secondo giorno di saldi invernali 2018

MARGHERA

Addetti alle pulizie senza stipendio in agitazione. Sono una decina, tutti stranieri meno una donna italiana e tutti con contratti a termine. Sette giorni su sette, perché tanto è aperto il centro commerciale Nave De Vero di Marghera e i negozi che ruotano nel mega shopping center, fanno le pulizie all’interno Bershka, Stradivarius, Pool and Beer, Oysho e Zara Home, punti vendita dello stesso gruppo spagnolo che vanno moltissimo tra i giovani. Lavorano di giorno, di notte, a seconda dei turni, più e meno part time. «Sono pagati sette euro lorde l’ora» spiega Roberta Gatto della Filcams Cgil che sta cercando di vederci chiaro, «ma ogni mese ricevono un trattamento diverso. In sostanza da quando il primo giugno alla Dg Group è subentrata la nuova impresa di pulizie, la 4.0 Facility Management di Milano, non riusciamo a stabile un contatto e abbiamo intenzione di rivolgerci all’Ispettorato del Lavoro. Avevamo un numero di un responsabile, che non si è a un certo punto più fatto sentire, non una mail, un indirizzo, difficilissimo interfacciarsi». Racconta ancora: «Pagano quando e quanto vogliono, i lavoratori sono tutti di nazionalità diverse, Sri Lanka, Ucraina, c’è una sola italiana nel gruppo, pertanto per loro è più difficile raffrontarsi». Prosegue: «Stiamo cercando come sindacato di far rispettare i diritti dei lavoratori, ma abbiamo persino difficoltà a dare l’indirizzo al Ministero del Lavoro per segnalare il mancato pagamento del mese di ottobre». Chiarisce: «La goccia che ha fatto traboccare il vaso, è stata quando una dipendente, a metà del mese scorso, ha ricevuto un saldo che corrisponderebbe allo stipendio, una cifra di poco più di mille cinquecento euro corredata da un messaggio che in sostanza diceva di dividere lo stipendio con gli altri lavoratori». Chiarisce la sindacalista: «Paghiamo te e tu dividi con gli altri: ne vediamo di tutti i colori, ma questo episodio è molto grave. I lavoratori non hanno il materiale per pulire, non portano una divisa, non posseggono un tesserino identificativo di riconoscimento, nulla di nulla. Del resto senza poter vedere una busta paga, dal momento che è tanto difficile procurarsela, nessuno è in grado neppure di sapere quali criteri di pagamento vengano applicati. C’era un cosiddetto responsabile di cantiere, che non sa più cosa fare». Conclude: «Dopo molti tentativi siamo riusciti ad avere un contatto e un incontro programmato per giovedì mattina alla Cgil, dopodiché decideremo come comportarci e cosa fare». —

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