Addetti alle pulizie a scuola: a Venezia a rischio 260 dipendenti

Aperta la procedura di licenziamento collettivo per il personale della Rekeep In 200 dovrebbero essere assunti dallo Stato, ma mancano i decreti attuativi
Una bidella pulisce un'aula il primo giorno di scuola al liceo Newton di Roma, oggi 12 settbre 2011 a Roma. ANSA/ALESSANDRO DI MEO
Una bidella pulisce un'aula il primo giorno di scuola al liceo Newton di Roma, oggi 12 settbre 2011 a Roma. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

MESTRE. Aperta la procedura di licenziamento collettivo al Ministero del Lavoro per i lavoratori di tutte le aziende che fino al 31 dicembre garantiranno le pulizie nelle scuole. Nel Veneziano tremano i dipendenti della Rekeep (nuovo nome della Manutencoop): sono 260 i lavoratori, in particolare donne, che ora sono sulla graticola. Le lettere di licenziamento non sono ancora arrivate, spiegano dalla Uil Trasporti, ma tra il personale c’è grande preoccupazione come emerso durante l’assemblea dei giorni scorsi. Per martedì è stato indetto uno sciopero nazionale e successivamente i sindacati chiederanno un incontro in Prefettura per la difesa dell’occupazione.

La vicenda ha i contorni di un “pasticcio” all’italiana. Dal 1° gennaio 2020, per effetto della legge di bilancio approvata nel 2018, ci sarà lo stop agli appalti esterni per le pulizie nelle scuole. Il servizio al momento è garantito per la maggior parte dai collaboratori scolastici (Ata), ma alcune parti di certi plessi sono ancora in carico a ditte esterne. Che con il nuovo anno dovrebbero sparire. Negli intenti, buona parte dei dipendenti in carico alle ditte esterne dovrebbe passare, attraverso un processo di internalizzazione, in carico allo Stato, con un’assunzione come collaboratore scolastico. Nel Veneziano si parla di circa 200 persone. Per il passaggio è necessario il rispetto di una serie di requisiti, tra cui i dieci anni di servizio (anche non continuativo) nelle pulizie della scuola statale e l’assunzione a tempo indeterminato in imprese del settore.

Ma al momento il decreto attuativo per la procedura concorsuale che mette in pratica la norma non è ancora stato varato. E non sono emerse novità rilevanti nemmeno durante l’incontro di giovedì a Roma tra le rappresentanze sindacali e il Ministero dell’Istruzione, se non che non ci sarà una selezione del personale idoneo a passare in carico allo Stato, ma verrà stilata una graduatoria in base ai requisiti. Per compilarla, però, sarà prima necessaria una procedura on line di candidatura che richiederà i suoi tempi.

«Non c’è alcuna certezza che l’operazione possa effettivamente andare in vigore il 1° gennaio prossimo», spiega Daniele Zennaro della Uil Trasporti, «C’è molta preoccupazione tra chi ha le caratteristiche richieste». Anche perché sulla loro testa pende la procedura di licenziamento collettivo. «A mio parere i licenziamenti sono una forzatura delle aziende che non si vogliono trovare personale in carico una volta persi gli appalti», chiarisce il sindacalista. L’ipotesi è che nel decreto attuativo possa essere contenuta una proroga, ma non ci sono certezze. E quindi tremano i 200 lavoratori che teoricamente da inizio anno dovrebbero diventare dipendenti pubblici.

Ci sono poi 66 persone nel Veneziano che, secondo le stime della Uil Trasporti, dovrebbero restare escluse nel processo di internalizzazione per mancanza dei requisiti. Ironia della sorte: in alcuni casi i requisiti ci sarebbero, ma non sono stati registrati (ad esempio l’anzianità nei passaggi tra aziende). Per ragioni diverse, dunque, tutti i 260 addetti alle pulizie nelle scuole assunti da ditte esterne stanno vivendo giornate di preoccupazione. «Martedì è stato indetto uno sciopero nazionale. Come da accordi, saranno garantiti solo il servizio mensa e la pulizia dei bagni», chiarisce Zennaro. I sindacati chiedono il rispetto dei tempi previsti dalla legge di bilancio e la garanzia della continuità occupazionale. La manifestazione è stata organizzata a Roma. Ma la partita si giocherà anche a livello locale: «Dopo la giornata di sciopero, chiederemo un incontro in Prefettura per discutere della questione occupazionale». In Veneto sono 172 i dipendenti che non dovrebbero passare ad Ata, di cui un terzo solo nella nostra provincia, la più colpita. In regione, i posti da Ata per gli ex dipendenti delle coop sono 356. —


 

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