Addette alle pulizie nelle scuole, in 300 in corteo a Venezia
VENEZIA. È il giorno della protesta, ma soprattutto è il giorno della verità per capire se e quando riapriranno le scuole che a Marghera (Grimani, Visentini, Collodi e Giovanni Paolo I) e a Mira (Leopardi) sono state chiuse, nei giorni scorsi, perché ritenute troppo sporche per ospitare i bambini.
La protesta alle 9.30 da piazzale Roma con un corteo cui hanno partecipato circa 300 addette alle pulizie dipendenti della Manutencoop le cui ore di lavoro sono state ridotte anche del 70-80%. Le donne, in divisa, sfilano fino a Ca’ Corner, dove a mezzogiorno si tienel’incontro tra i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil e il prefetto Domenico Cuttaia, che valuterà quali provvedimenti adottare anche in considerazione dell’altro incontro previsto in mattinata, a Riva de Biasio.
Nella sede dell’Ufficio scolastico regionale, la responsabile Gianna Miola incontra i responsabili della Manutencoop per cercare di capire come intervenire per garantire la pulizia degli istituti, molti dei quali hanno ricevuto solo venerdì detergenti, scope e spugne per pulire aule, corridoi e banchi. A monte dei problemi che, con intensità diversa, riguardano 68 istituti comprensivi del Veneziano, c’è il taglio del budget stabilito e destinato dal Ministero dell’Istruzione (Miur) alla pulizia degli edifici scolastici in cui passare la scopa non sono le bidelle ma le addette esterne, dal primo gennaio dipendenti della Manutencoop che ha vinto l’appalto per il Veneto e altre regioni del Nord Italia.
Proprio per questo a Roma si sono mossi anche i parlamentari. Andrea Martella, Michele Mognato, Delia Murer e Davide Zoggia, i quattro del Partito democratico, principale forza di governo nonché partito della ministro Chiara Carrozza, spiegano: «In sede di approvazione della Legge di Stabilità per il 2014 il parlamento aveva approvato un emendamento per assicurare le risorse affinché fino al 28 febbraio fossero garantiti gli standard di qualità del servizio di pulizia e delle strutture scolastiche e i livelli occupazionali delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti». E contestualmente, aggiungono, «il governo si era impegnato a convocare un tavolo per assicurare, anche oltre il 28 febbraio, il mantenimento ottimale del servizio. Chiediamo pertanto con forza che il tavolo sia immediatamente convocato, per eliminare le storture al servizio che stanno penalizzando le scuole del veneziano in questi giorni».
Tuttavia i genitori temono che difficilmente la situazione potrà cambiare dall’oggi al domani e per questo si stanno mobilitando, in molte scuole del Veneziano, per continuare a fare pressione e tenere le luci accese sul problema. E mentre oggi nelle scuole di Spinea sono attesi gli ispettori dell’Asl, mercoledì si terranno due iniziative di protesta, alla scuola Fratelli Bandiera di Malcontenta e alla scuola Don Milani di Marcon, dove i genitori chiederanno garanzie per i servizi di pulizia e di controllo degli alunni. Mentre a Favaro e in altre scuole le mamme si preparano a indossare i guanti per lavare per terra, pur di garantire ai figli il diritto a entrare in classe.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia