Actv, sette milioni e mezzo di rosso

Aumentano i turisti e le tariffe ma calano gli incassi, record di viaggiatori che non pagano il biglietto. Allarme a Ca’ Farsetti
Di Alberto Vitucci

Sette milioni e mezzo di mancati incassi nel 2012 rispetto all’anno precedente. Nonostante l’aumento dei turisti e il rincaro dei biglietti, Actv chiude il bilancio con un segno meno. Sono quasi otto i milioni di euro che mancano all’appello nel settore navigazione, di cui un milione e mezzo (un euro e mezzo a biglietto viene trasferito a Ca’ Farsetti) verrà a mancare anche al bilancio del Comune. Dati allarmanti che vedono scendere drasticamente gli introiti dell’azienda di trasporto. Che proprio in questi giorni ha lanciato una nuova campagna per installare in tutti i principali imbarcaderi i «tornelli antievasione». Sistemi che non convincono, in una città d’acqua molto particolare che si vuole omologare alle metropolitane europee. «Sistemi per frenare l’evasione», ha detto il presidente dell’azienda Marcello Panettoni. Solo pochi mesi fa, nel gennaio del 2012, Actv definiva come «quasi inesistente» l’evasione a bordo dei vaporetti e dei motoscafi. «È passata dallo 0,48 allo 0.64 per cento», assicuravano i vertici aziendali. Adesso invece la realtà si fa strada. E chi non paga il biglietto si attesta intorno al 16 per cento in terraferma (uno su sei viaggia gratis), 5 per cento nella navigazione, altro che lo zero virgola. In termini di incassi significa anche qui milioni di euro che vanno in fumo. Controlli a bordo sempre più rari, anche per la carenza di personale. Così gli “abusivi” sfuggono alle statistiche. Molti turisti non pagano, altri non trovano i biglietti, soprattutto in estate, perché le macchinette automatiche sono pochissime o non funzionano (o danno un resto massimo di 9 euro e 90, se no si bloccano) e perché le biglietterie sono affollatissime o sono state chiuse.

Dati che circolano a Ca’ Farsetti e in azienda. Ma che non sono stati resi pubblici nelle ultime conferenze stampa. «In effetti gli incassi sono ridotti», ammette il presidente di Vela Sandro Moro, «colpa della crisi, perché molti vanno a piedi, tanti non pagano il biglietto».

E gli introiti calano, con una marcata discesa a partire da giugno. In una città che ha visto per tutta l’estate un afflusso record di turisti, vaporetti strapieni e imbarcaderi impraticabili per i veneziani. Che in gran parte usano l’abbonamento e adesso saranno i primi invece a essere «controllati» dai tornelli. Un po’ quello che si era fatto con l’Imob, con l’obbligo imposto dall’azienda di trasporto di vidimare l’abbonamento ad ogni salita, poi annullato dalla Regione. Anche qui proteste dei consiglieri e delle associazioni consumatori. «Controllare gli abbonati non significa limitare l’evasione». Che a dispetto dei dati ufficiali continua ad aumentare.

Una realtà che preoccupa il Comune e l’assessore alle Aziende Antonio Paruzzolo. «Dobbiamo procedere veloci verso la riorganizzazione della holding», dice, «bisogna cambiare, e alla svelta. Actv è la nostra cassaforte, il presidente di Avm Giovanni Seno sta facendo un ottimo lavoro». Entro qualche mese la riorganizzazione dovrebbe essere conclusa, con l’accorpamento di Pmv, Actv e Asm nella nuova Avm. In aprile scade il secondo mandato di Marcello Panettoni, presidente di Actv che viene da Perugia, ben visto dal Pd, nominato da Cacciari e confermato da Giorgio Orsoni, nel mirino delle opposizioni e di molti consiglieri per il suo triplo stipendio di presidente, dirigente interno e presidente di Asstra, l’associazione nazion le dei trasporti locali. Scade anche il mandato di Maurizio Castagna, genovese, direttore generale di Actv nominato da Paolo Costa del 2000, il più longevo tra i dirigenti delle aziende pubbliche veneziane.

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