Actv, marinaio zelante a giudizio multe fasulle per otto utenti

Sarà processato per falso ideologico e materiale: si inventava controlli e contravvenzioni nei vaporetti C’è anche una perizia grafica che lo inchioda: un viaggiatore non ha riconosciuto come sua la firma
Di Giorgio Cecchetti
Venezia, 13.06.2006.- Code per la linea 82 ACTV a Rialto.- Interpress/Agostini
Venezia, 13.06.2006.- Code per la linea 82 ACTV a Rialto.- Interpress/Agostini

Un dipendente dell’Actv particolarmente zelante con i viaggiatori è stato rinviato ieri a giudizio dal giudice dell’udienza preliminare Antonio Liguori per i reati di falso ideologico e materiale. Stando alle accuse, probabilmente per far bella figura con la direzione dell’azienda, si sarebbe letteralmente «inventato» alcune sanzioni nei confronti di viaggiatori trovati, a suo dire, nei mezzi di navigazione pubblici senza abbonamento o biglietto. Il processo verrà celebrato davanti al Tribunale il 5 maggio prossimo. I fatti risalgono all’estate di due anni fa e a denunciarli sono stati ben otto utenti, che il prossimo 5 maggio dovranno presentarsi per testimoniare quello che è loro accaduto.

Sono stati proprio loro a far scattare le indagini che alla fine hanno convinto il pubblico ministero Giorgio Gava a chiedere il rinvio a giudizio del marinaio Marco Scarpa di Marcon. Tutti si sono visti recapitare le sanzioni previste per chi viaggia senza il biglietto: il regolamento dell’azienda comunale veneziana prevede una contravvenzione che va da un minimo di 40 volte a un massimo di 150 la tariffa ordinaria e prevede la riduzione fino a un terzo nel caso si paghi entro 60 giorni dalla contestazione. Gli otto utenti avrebbero dovuto versare più di 50 euro ognuno, visto che si tratta di veneziani e tutti possiedono l’Imob. Quando è arrivata a casa loro la comunicazione hanno cercato di ricostruire gli eventi, di ricordare se qualche giorno e settimana prima dell’arrivo della lettera fossero stati «beccati» senza documento di viaggio, ma tutti, nonostante gli sforzi di memoria, hanno ricordato l’episodio. Così si sono presentati agli sportelli dell’Actv, dove hanno potuto leggere il verbale compilato dal marinaio che li aveva sanzionati.

Per tutti la sorpresa è stata grande, ma le circosanze riportate nei verbali hanno dato loro la certezza che si trattava di falsi belli e buoni. A sette di loro, infatti, veniva contestato il fatto di non aver firmato il verbale. Il marinaio, insomma, dopo averli trovati in vaporetto senza biglietto e dopo aver compilato il verbale vi aveva aggiunto che avevano rifiutato a firmarlo. Un fatto specifico che avrebbero ricordato se fosse davvero accaduto. L’ottavo, invece, aveva firmato, almeno stando all’imputato, ma in realtà quella non era assolutamente la sua firma. E per dimostrare che si trattava di un falso il rappresentante della Procura - prima di chiedere il rinvio a giudizio di Scarpa - ha disposto una consulenza grafica. Ha chiesto ad un esperto di stabilire se quella firma era o meno quella dell’utente Actv in questione. Non è stato difficile per il perito affermare che non lo era. Per questo è scattato anche il reato di falso materiale (la firma fasulla), oltre a quello di falso ideologico (i verbali inventati). Ieri, oltre all’imputato con il suo difensore, c’erano anche tre degli otto utenti sui quali pende ancora la sanzione amministrativa, che per ora è stata sospesa. Sono parti offese e potrebbero anche costituirsi parte civile contro il marinaio, ma non sembra abbiano alcuna intenzione di rivolgersi ad un avvocato per farlo, ma erano incerti, non sapevano in quale direzione muoversi. L’unica certezza che hanno è che il 5 maggio dovranno presentarsi in aula per rilasciare la loro testimonianza, per riferire che cosa è accaduto: l’accusa, infatti, si basa sul loro racconto e senza di loro chi deve giudicare il dipendente dell’azienda lagunare dei trasporti non può farsi un’idea delle accuse.

Una sola amarezza hanno espresso: «Credo che l’Actv avrebbe potuto costituirsi parte civile contro un dipendente che certo non ha fatto il suo dovere» ha affermato uno di loro.

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