«Actv, ecco perché la città è andata in tilt alla prima nebbia»

I piloti spiegano il perché dei tanti disagi patiti dai passeggeri. Molti radar non funzionano e le ordinanze della Capitaneria vengono disattese

VENEZIA. Con i troppi turisti i veneziani restano a terra. «Non possiamo mettere altri mezzi», risponde Actv. Con la nebbia, stessa scena. «C'è il Piano nebbia, lo dobbiamo rispettare». Con l'acqua alta a essere isolata è la Giudecca insieme all'area Nord della città. Disservizi che si moltiplicano.

Ressa ai pontili. E ieri, con una fitta nebbia ricomparsa in laguna, hanno fatto arrabbiare non poco studenti e pendolari. Al Lido corse sospese perché la visibilità era di circa 50 metri. Code e resse sui pontili con i battelli ormeggiati, mentre dal vicino imbarcadero il servizio privato di Alilaguna funzionava regolarmente. Scene di rabbia, proteste, minacce di non pagare più l'abbonamento.

Tre padovani escono in mare e si perdono nella nebbia. Salvati

La difesa dei piloti. E qualche parola volata all'indirizzo dei piloti. «Non se la devono prendere con noi, ma con l'azienda», sbotta un pilota del GiraCittà. E racconta per quale motivo in una mattinata come ieri il servizio pubblico va in tilt. «La prima anomalìa», dice, «è quella dei radar. Il 30 per cento degli apparati quando deve essere utilizzato come nella giornata di ieri si rivela non funzionante. Come fa un vaporetto a funzionare senza radar? La manutenzione non può essere affidata all'esterno».

Il piano nebbia. Secondo punto, il Piano nebbia. «Un'ordinanza della Capitaneria di porto del 2009», continua il comandante, «prevede limiti alla navigazione in caso di nebbia fitta. Era stata fatta dopo un grave incidente in canale della Giudecca. Ma quell'ordinanza non viene rispettata. Così nella nebbia navigano i lancioni, i taxi, le barche da trasporto, i Gran Turismo messi di traverso davanti alla caserma Cornoldi. E per noi non è più navigazione in sicurezza». «Abbiamo proposto più volte inascoltati ad Actv», continua il pilota del Gira Città, «di modificare il piano nebbia. Ad esempio è assurdo che con la nebbia e l'acqua alta tutti i motoscafi vengano deviati in Canal Grande intasando la circolazione. Si dovrebbe pensare invece a corse bis dal Lido verso San Zaccaria».

Gli orari. Ultima questione, gli orari. «Abbiamo tabelle a volte molto strette da rispettare», conclude il pilota, «e con la nebbia star dentro i tempi diventa impossibile». Resta il fatto che in presenza di nebbia il trasporto pubblico viene bloccato. E la rabbia degli abitanti delle isole, a cominciare dal Lido, ma anche di chi non riesce a salire sui pochi vaporetti stracarichi (Arsenale, Sant'Elena, Giardini), è grande. A ogni autunno la storia si ripete. Senza che venga affrontato in modo strategico il problema.

Luci e pericoli. «Oltre ai radar che non funzionano, mancano le segnalazioni luminose sulle bricole», dice un comandante di motobattello che fa servizio tra le Fondamente Nuove, Burano, Mazzorbo e Treporti. Come denunciato anche dai diportisti e dai cacciatori della laguna Nord, molte bricole sono crollate e non rimpiazzate per problemi di mancanza di fondi del Magistrato alle Acque. Con i pali crollano anche le segnalazioni luminose. E orientarsi in laguna aperta con una coltre bianca non è facile.Ma c'è chi la mattina ha necessità di spostarsi, per studio o per lavoro.

Ospedale. «È necessario», riassumono i piloti, «rivedere il piano nebbia e garantire il funzionamento dei dispositivi radar. Ma si dovrà anche ripensare a un sistema di trasporto alle prese con milioni di turisti l'anno, che va in difficoltà quando arrivano le prime nebbie. E a farne le spese sono gli abbonati e i residenti, lavoratori e studenti. Oppure gli abitanti del Lido che anche ieri per raggiungere l'ospedale civile hanno dovuto aspettare il collegamento di Alilaguna e pagare 4 euro.

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