«Actv, contro l’evasione più controllori»
Fa discutere anche a Venezia la bozza di manovra del governo Gentiloni che potrebbe portare a multe carissime, valore di 200 euro (tre volte quelle in vigore oggi, che costano 61 euro), per chi usa il trasporto pubblico senza pagare il biglietto. Una misura che comprende anche telecamere sui mezzi e sulle banchine per individuare velocemente gli evasori e agenti accertatori assunti fuori dagli organici dei gestori del trasporto pubblico. Ma anche il rimborso dei biglietto in caso di ritardi superiori a 30 minuti.
Actv: servono più controlli. «Più che le maxi multe, l’aspetto interessante di questa bozza di decreto è la possibilità di prevedere più controllori rispetto agli organici attuali affidandosi a ditte esterno. Duecento euro di multa possono essere un deterrente importante, certo, ma servono più verificatori», ci spiega Giovanni Seno, direttore generale di Avm, holding della Mobilità di cui fa parte Actv. Anche l’assessore comunale Renato Boraso alle maxi multe guarda senza troppo entusiasmo. «Una sanzione come quella attuale, da 61 euro, a me pare sia già sufficiente. Comunque valuteremo in giunta con il sindaco il testo finale della manovra», spiega.
Pochi verificatori. Di certo a Venezia i controllori non bastano. Sono, ci spiega Seno, 75 e sono chiamati a verificare qualcosa come 7.200 corse al giorno (5.400 dell’automobilistico e 1.800 della navigazione).
Evasione da oltre 5 milioni. I tassi di evasione dei biglietti di bus e vaporetti, continua a spiegare il direttore generale, a Venezia sono al di sotto della media nazionale ma il problema lo si sente anche in casa di Actv e vale 5 milioni e mezzo di euro. Un problema per le casse di Actv ma anche un problema civico che riguarda tutti: gli evasori della “Venezia unica”, la tessera del trasporto pubblico, non sono mica solo i nuovi residenti di nazionalità straniera o i turisti. Sono anche locali ed è bene sfatare una volta per tutte il luogo comune.
Riuscire a dimezzare i tassi di evasione è l’obiettivo di Seno che, realisticamente non si azzarda neanche a sperare di arrivare a quota zero. «Azzerarla sarebbe già un grande risultato», ci spiega.
Dove si evade di più. Actv stima che l’evasione nei trasporti viaggi su una media del 2-3 per cento sulle linee di navigazione; cresce al 4-6 per cento sui bus dell’Urbano di Mestre e arriva a valori tra l’8 e il 10 per cento sugli autobus extraurbani. Ogni punto percentuale ha valori differenti, le punte di maggiore costo sono ovviamente in centro storico dove il costo dei biglietti è più alto per i turisti che a milioni utilizzano i mezzi pubblici.
Il valore economico. Se un punto percentuale di evasione nell’extraurbano vale 100 mila euro (dove l’evasione non è totale ma parziale perché molti evitano di pagare tratte ma non l’intera corsa), a Mestre il valore sale a 300 mila euro e per la navigazione tocca i 900 mila. Risultato finale: 5 milioni e mezzo di euro.
L’esperimento del 2013. «Nel 2016 siamo arrivati a controllare 2 milioni di passeggeri e questi valori di evasione sono inferiori alla media nazionale. Neanche rientrando interamente del costo dell’evasione riusciremmo ad assumere l’esercito di controllori necessario visto l’alto numero di corse giornaliere da controllare», spiega Seno. «Ma studieremo il testo della manovra del governo perché è una opportunità importante poter usare personale esterno in determinati periodi dell’anno e nei weekend per potenziare l’organico dei verificatori». Un esperimento simile l’Actv lo aveva già fatto nel 2013, sollevando polemiche. I verificatori della modenese Holacheck in 57 giorni controllarono più di 150 mila persone con 12.500 verbali. Un sistema che potrebbe ora tornare in auge a breve con l’aiuto del governo. Intanto l’utenza regolare, che paga il biglietto e gli abbonamenti spera che il governo salvi pure le misure a favore degli utenti come le detrazioni al 19% per gli abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale fino ad un massimo di 250 euro. Misura ora in bilico.
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