Acquisto ex Zanotti, Pesce denunciato

Scorzè. Ha pagato 2,5 milioni per l’immobile a Treviso. Un imprenditore: «Noi estromessi nonostante accordi precedenti»
Di Alessandro Ragazzo

Finisce per mano di avvocati la vendita dell’ex istituto Zanotti di Treviso, la casa delle suore carmelitane in viale Cesare Battisti passata di mano in un’iniziativa immobiliare. A perfezionarne l’acquisto è stato l’imprenditore trevigiano Fabio Pesce dell’omonima azienda di Scorzè, che nei giorni scorsi, proprio per questa operazione, è stato denunciato per truffa da un imprenditore della Marca che ha voluto per il momento restare anonimo. «L’ho saputo domenica dai giornali», spiega Fabio Pesce, «e abbiamo già incaricato i nostri avvocati di occuparsi della vicenda. Sono deluso e amareggiato e chi ha sbagliato pagherà. Stiamo subendo un danno d’immagine non da poco».

Lo scorso autunno è diventata di dominio pubblico l’acquisizione da parte della Pesce Costruzioni Snc dell’istituto, in cui sino a pochi anni fa c’erano le religiose con casa madre a Firenze, e in futuro sorgeranno degli appartamenti. Senza dubbio una rivoluzione per Treviso, a poche decine di metri da piazza Duomo. La Pesce ha acquistato l’area per 2,5 milioni, un cifra che ha fatto molto discutere in città viste la dimensione (possibilità di edificare 3 milioni di metri cubi), e la localizzazione dell’area, in pieno centro storico. Sulla questione era intervenuto anche l’ex assessore del Comune di Treviso Vittorio Zanini, che l’aveva segnalata alla Procura chiedendo di fare luce sul prezzo, sulle perizie e sul modo in cui si era arrivati all’acquisto. Nei giorni scorsi è arrivata una seconda denuncia, stavolta non si conosce però il mittente. Si tratta di un imprenditore che lamenta di essere stato estromesso dall’operazione immobiliare. «Ho passato una brutta domenica», spiega Fabio Pesce, «e a me non è arrivato alcun avviso dal Tribunale. Non so neppure chi possa averlo presentato, anche se ho dei sospetti. Sinora come società e imprenditore siamo stati zitti, ma stavolta diremo la nostra: è ora di dire basta a chi ci danneggia e nuoce alla nostra immagine. Gli avvocati sono già al lavoro: andremo sino in fondo a questa storia». Il progetto di viale Cesare Battisti è in fase embrionale, di ruspe all’ex Zanotti non se ne sono ancora viste, ma non dovrebbe mancare molto. «Siamo un’azienda da 150 appartamenti l’anno, con più di mezzo secolo di storia», prosegue l’imprenditore, «e operiamo soprattutto nel Veneziano. Abbiamo dei lavori a Mirano, Noale, Mestre, Favaro, Zelarino e a Mogliano. Stavolta abbiamo pensato di affacciarci al mercato di Treviso città e a interessarci all’istituto Zanotti. La Curia ha messo in vendita l’area, ci sono state delle trattative proseguite per cinque sei mesi. Quando si fanno operazioni con la Curia, ci vede essere pure il parere del Vaticano. Le religiose hanno diversi beni ma non liquidità e abbiamo scelto di fare un investimento. Non si devono fare aste o altro. Mi chiedo quale truffa abbiamo commesso. Per quanto ci riguarda siamo tranquilli, tutto è stato fatto alla luce del sole».

Di recente, però, si è fatto un gran parlare dell’area di viale Battisti, dove per generazioni bambini e bambini hanno trascorso i primi anni di vita tra le classi dell’asilo e delle elementari. Ora si punta ad appartamenti di pregio, che cambieranno di certo il volto di un pezzo del centro di Treviso. «Pensiamo di portare anche qui il nostro modo di lavorare con qualità», conclude Pesce, «e nonostante la crisi, siamo riusciti a crescere: significa che abbiamo fatto qualcosa di buono. Non permetteremo che s’infanghi il nostro nome».

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