Acquisti di Natale, segnali di ripresa. «Ma paura attentati»
Dall’inizio della crisi, sicuramente è l’anno migliore, in cui si intravedono segnali di ripresa e miglioramento, ma si allarga la forbice tra chi dal guado ci è uscito e chi c’è ancora impantanato. E spunta un nuovo “freno” che pesa più della crisi, quello della sicurezza e della paura di attentati. Ieri mattina nella sede di Confesercenti, il direttore Maurizio Franceschi, assieme al vicedirettore Michele Lacchin, hanno presentato la consueta indagine sui consumi svolta tra il 9 e il 13 dicembre a Mestre, che ha riguardato 261 persone maggiorenni (il 37,9% uomini, il 62,1 % donne). Il sondaggio fotografa un campione diviso tra “difficoltà” e “speranza” e in cui, pur se le preoccupazioni maggiori riguardano la minaccia terroristica e la sicurezza (50,5%), permane ancora forte l’attenzione ai problemi del lavoro (32,2%).
Ma andiamo con ordine. Nel Veneziano si può calcolare un ammontare netto delle tredicesime pari a oltre 660 milioni di euro (197 milioni da pensioni e 465 milioni da retribuzione). Tolto il pagamento dell’Ici, assicurazioni e canoni vari, il tetto delle tredicesime disponibili per consumi è di circa 528 milioni di euro.
La tredicesima (per l’85% del campione che la riceve) serve e va spesa. Un 32% che la dedica quasi interamente al pagamento di bollette, debiti e mutui, un altro 11,5 % la impiega in modo diverso e il 10,3% l’accantona per il futuro o per far fronte a possibili imprevisti. Solo il 28,8% sceglie di destinare in prevalenza il supplemento di mensilità ai regali. La spesa media per le compere natalizie è tra i 100 e i 200 euro procapite. Il 48% del campione prevede di spendere tra i 100 e i 300 euro. C’è però un 5,75%, che ha dichiarato di essere intenzionata a spendere nel 2015 una cifra superiore rispetto a quella dell'anno precedente. «Una percentuale ancora bassa», spiega Lacchin, «ma con un incremento assai significativo». Alla domanda: “Come sarà il suo Natale?” il 33 per cento ha risposto che sarà difficile, l’11 per cento di rilancio e il 49 per cento di speranza, mentre alla domanda su cosa potrebbe “limitare la sua serenità”, il 32 per cento ha risposto “terrorismo” e il 18 la sicurezza, a pari merito con il lavoro. In testa alla classifica degli acquisti: giocattoli, alimentari e abbigliamento (prevalentemente accessori), in crescita la cura del corpo.
Si risparmia un po’ su tutto e anche (un po’ in controtendenza con i dati nazionali) sulla tavola (20,7%). «Per una questione salutistica ma anche etica», spiega Lacchin. Il troppo e lo spreco, non piacciono ai veneziani, un dato, quello del consumo consapevole, che secondo la Confesercenti anche dopo la crisi diventerà un “habitus”. Dove si spende? Come gli altri anni un terzo nei centri commerciali (la paura di attentati terroristici non penalizza i templi dello shopping), un terzo ai mercatini e un terzo nei negozi. Il web diventa una opzione concreta («non ci sono i fanatici ma raddoppia la percentuale di chi si serve anche della rete per gli acquisti»).
Vanno alla grande i mercatini natalizi che confermano il ruolo di maggior attrattore (anche turistico) per i centri urbani (64%). Alla domanda: “Cosa le piace acquistare ai mercatini?” la maggior parte ha risposto :“cibo”. «Il 2015 per la città metropolitana si chiude con un segnale positivo», commenta Franceschi, «è un Natale di svolta e di cambiamento, si percepisce un clima di fiducia, ma è contraddittorio. Nel senso che aumenta la forbice tra chi sta meglio e chi ha meno, e rimane una fascia di giovani con una situazione difficile». Prosegue: «I mercatini continuano a svolgere la funzione di attrattività e trainano i negozi, ecco perché è importante come organizzarli». Si riparte, dunque, da quel 28,8 per cento che spende la tredicesima per i regali e da quel 5 per cento che spenderà più dell’anno scorso. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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