Aci Venezia e Confartigianato contro i blocchi del traffico
VENEZIA. Blocchi del traffico, scatta la protesta. Il presidente dell’Aci Venezia Giorgio Capuis interviene sulle nuove limitazioni decise dai Comuni: "Automobilisti, becchi e bastonati", denuncia senza mezzi termini.
Capuis dichiara: “Giusto stimolare un cambio culturale sulla mobilità, ma servono incentivi per il rinnovo del parco veicolare e un approccio sistemico basato su dati scientifici per risolvere il problema dello smog. Gli automobilisti non possono pagare per tutti, dopo essere già tartassati sul piano fiscale. Della serie: becchi e bastonati”.
Secondo l'Automobil club, migliaia di automobilisti sono in difficoltà, specie per i nuovi blocchi che riguardano anche le auto diesel Euro 3. E se la situazione ambientale peggiora si andrà al blocco delle Euro 4 Diesel.
“Comprendiamo le ragioni delle nuove misure – spiega Capuis - che mirano soprattutto a fermare i veicoli più datati e obsoleti, non solo più inquinanti ma anche meno sicuri. E’ però di difficile comprensione il blocco dei veicoli omologati Euro4, tecnologicamente già avanzati e con meno di dieci anni di vita, spesso con pochi chilometri all’attivo. Appare poi paradossale ipotizzare il blocco di ogni diesel, anche i sofisticati Euro6. Oltre a rendere difficile gli spostamenti della gente, in questo modo si provoca una svalutazione delle auto, anche più recenti, che rende difficile per la maggioranza delle persone l’acquisto di un nuovo veicolo”. Per questo, secondo l’Aci, serve una nuova politica di incentivi che favorisca la rottamazione dei veicoli fino a Euro3 e supporti la sostituzione con auto usate che siano almeno Euro4. “Ogni volta che scatta l’allarme smog, viene facile pensare al blocco delle auto. E’ essenziale però basare ogni strategia sull’oggettività dei dati scientifici, che evidenziano come la maggior parte delle sostanze inquinanti – tra il 60 e il 90 per cento, a seconda delle sostanze nocive – sia generata dai riscaldamenti privati, dalle industrie e dalla produzione di energia: prima di puntare alle auto, bisogna intervenire su queste fonti” conclude il presidente Capuis.
E protesta anche la Confartigianato. “Il piano antismog con le giuste limitazioni al traffico per i veicoli inquinanti rischia di paralizzare l'operatività dell'artigianato veneziano”, dice il presidente metropolitano Salvatore Mazzocca, che dati alla mano da' i numeri di questa potenziale paralisi, ovvero dei mezzi che a breve avranno difficoltà a circolare. Dai dati della Morotizzazione nella nostra provincia i veicoli euro 3 o sotto questa omologazione sono 8846 per uso proprio e 307 in uso a terzi.
“E la maggior parte di questi – spiegano dagli uffici dell'Area Federazioni di Mestiere della Confartigianato Metropolitana – sono in uso ad artigiani che si spostano per lavoro. Si tratta di mezzi obsoleti, ma spesso indispensabili perché attrezzati, sono delle vere e proprie officine mobili allestite per consentire agli artigiani di lavorare presso i clienti avendo a disposizione tutto il necessario e che quindi diventano mezzi di lavoro insostituibili”. Il problema non è di poco conto, senza la disponibilità di questi mezzi attrezzati anche se viene solo il caldaista, l'elettricista, il muratore o l'idraulico questi possono fare ben poco senza tutti i “ferri del mestiere” e ricambi che possono servire a portata di mano, e da qui l'allarme lanciato da Mazzocca. “Fermo restano il fatto che la salute pubblica va tutelata ed è un bene primario – prosegue Mazzocca – l'effetto collaterale di questo piano è quello di dare un'ulteriore mazzata alla piccola e media imprenditoria. Un mezzo attrezzato è molto costoso da allestire, e i nostri imprenditori hanno molte difficoltà a rinnovare un parco mezzi obsoleto, soprattutto per via dei costi. Fare deroghe per i lavoratori è una soluzione necessaria ma tampone, occorre invece dare la possibilità ai nostri artigiani di rinnovare il parco mezzi, con delle sovvenzioni speciali a fondo perduto al 50% che, di fatto, non sarebbero solo contributi per il rinnovo del parco mezzi, ma un'operazione dal risvolti importanti sia dal punto di vista della tutela sanitaria collettiva sia di salvaguardia della necessità di lavorare che hanno i nostri artigiani. L'appello che faccio è rivolto soprattutto al governo, perchè i sindaci più di fare delle deroghe non possono, e con le deroghe non si abbatte l'inquinamento".
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