Accuse alla maestra veneziana i parenti dei bimbi sono divisi
VENEZIA. La lettera inviata lunedì pomeriggio contro una maestra “cattiva” in formato cartaceo, non autografata e firmata al computer con sei cognomi diffusissimi e impossibili da rintracciare, ha suscitato ieri varie reazioni tra chi difende l’insegnante e chi invece continua ad accusarla. Tutti chiedono che chi l’ha scritta si rivolga alle autorità di competenza. «Non so chi mi voglia così male», ha detto la maestra, «da voler distruggere il bellissimo rapporto che ho con i bambini. Sono tutte falsità».
Nella lettera, inviata a redazioni, uffici scolastici e televisioni, la donna viene descritta senza cuore, che umilia i bambini, li fissa negli occhi fino a quando abbassano lo sguardo, deride i più timidi e li costringe a non andare in bagno, facendogli fare la pipì addosso. Ieri alcuni parenti hanno voluto dire la loro. «Non è corretto aver scritto quella lettera», ha detto chi sostiene la docente, «perché mai nessuno si è lamentato del suo operato ed è facile spedire delle accuse senza metterci la faccia. Io invece dico che non solo è una persona di tutto rispetto, ma che ha portato un grandissimo valore alla scuola. È pericoloso che una persona agisca in questo modo, senza dire di chi si tratta perché oggi tocca a lei, domani a un altro. Spesso i veri problemi li hanno i genitori e non i bambini».
Le accuse sono molto gravi, ma potrebbe trattarsi anche del gesto vendicativo di una sola persona. Per adesso il preside ha appurato che non ci sono trasferimenti di bambini, come invece viene annunciato dall’autore delle accuse. Il provveditore torna nei prossimi giorni dalle ferie e fino a quel momento tutto è bloccato. Fino a quando qualcuno non farà una denuncia vera, l’autenticità del contenuto potrebbe non essere considerata tale. Molti genitori hanno riconosciuto di chi si stava parlando: «Ho avuto una brutta esperienza», ha detto una parente, «con questa prepotente maestra e con i suoi modi scorbutici. Due bambini vanno dallo psicologo e molti non vogliono andare in classe. Altri si sono trasferiti. Nessuno l’ha mai denunciata perché lei potrebbe sostenere un processo».
Un conto è un carattere burrascoso, un altro è capire se l’elenco di ingiustizie descritte è vero. Nella lettera si parla di anni di vessazioni, di figli traumatizzati dalla maestra che non lascerebbe mangiare la merenda ai bambini. «I bambini credono che faccia i crackers di notte», racconta , «e me li chiedono sempre. Ho ricevuto molti riconoscimenti negli anni. Ho dedicato la vita ai bambini: questo è un fulmine a ciel sereno che mi fa male».
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