Accusato di non versare l’Iva per 600 mila euro assolto da ogni accusa
SAN DONÀ
Assolto perché il fatto non è previsto dalla legge come reato: imprenditore nel settore manifatturiero e dei trasporti non doveva l’Iva non versata e neanche la sanzione prevista che lo aveva successivamente colpito una volta accertata la presunta violazione commessa al Fisco. L’Agenzia delle Entrate, una volta rilevato il mancato versamento, aveva già fatto una segnalazione alla Procura della Repubblica per il rinvio a giudizio che è stato successivo.
Ora la sentenza che in undici parole esatte è stata pronunciata dal Tribunale che ha risposto al rappresentante legale di questa nota società del territorio dopo la causa e il giudizio.
L’imprenditore, residente nel Sandonatese dove ha avviato la fiorente attività, era stato imputato per non aver versato, nel corso degli anni, Iva per circa per ben 600. 000 euro. Un’accusa grave che ha creato molte tensioni e che lo ha spinto però a resistere fino in fondo certo di poter dimostrare la sua estraneità. Il Tribunale di Venezia, sulla base di questa segnalazione dell’Agenzia delle Entrate, aveva emesso un decreto penale di condanna con una richiesta di pagamento di ulteriori 30. 000 euro di sanzione per legge.
L’imprenditore non si è arreso né perso d’animo e si è dunque rivolto all’avvocato Luca Pavanetto che, quale rappresentante legale, si è opposto a tale decreto, chiedendo che si aprisse il giudizio come poi è accaduto. Davanti al giudice del dibattimento, il legale di San Donà è riuscito, assieme al collega Rosi Parenti, a dimostrare che la maggior parte delle fatture sulle quali era stata calcolata l’Iva non pagata non erano state in realtà incassate e che, pertanto, non era stata superata la soglia di punibilità. Di fatto l’imprenditore non era stato a sua volta pagato da altri imprenditori che avevano lavorato con lui. Vantava dei crediti nei confronti di altre aziende. Lui era dunque in buona fede. L’avvocato Pavanetto ha parlato di una sentenza importante anche per altri casi simili che sono stati riscontrati di recente nel mondo dell’imprenditoria del territorio.
«Si tratta di una sentenza che ci lascia pienamente soddisfatti», ha commentato l’avvocato Pavanetto, «e che dimostra ancora una volta come molte scelte degli imprenditori spesso siano imposte da comportamenti altrui e che comunque debbono sempre essere valutate come per lo più improntate a buona fede e tutela degli asset aziendali e dei dipendenti. La scelta è stata la continuità aziendale, ovvero pagare i propri dipendenti pur rischiando la sanzione penale che è in effetti arrivata. Non si era certo tenuto i soldi in tasca, ma aveva pensato all’azienda e chi ci lavora». Nei giorni scorsi il legale ha avuto più incontri con l’imprenditore interessato della vicenda che aveva persa ogni speranza. —
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