Accusato di estorsione patteggia 2 anni e 4 mesi
Ha patteggiato una pena a 2 anni e 4 mesi, pena sospesa, Vasile Bujac, 19enne di Stra, che era accusato di estorsione. L’accordo tra le parti, il pubblico ministero Raffaele Incardona e l’avvocato difensore Alfredo Auciello, è stato raggiunto ieri in tribunale a Venezia davanti al giudice Gilberto Stigliano Messuti. I fatti risalgono all’inizio dello scorso anno, in un contesto fatto di minacce, estorsioni e violenza da parte di una baby gang di cui l’allora 18enne di Stra era il capo. Vittima dal gruppo un ventiduenne e la sua famiglia. I carabinieri di Mestre, che avevano arrestato Vasile Bujac, avevano definito la storia parlando di «un perverso e violento ricatto, fatto di botte, intimidazioni e minacce» durato alcune settimane.
Il gruppo di bulli aveva sottratto anche i documenti al giovane mestrino minacciandolo: «Se non ci dai soldi non te li ridiamo». Dalle indagini era emerso che lo stesso padre della vittima, appresa la vicenda dal figlio in lacrime, era stato pesantemente minacciato di morte dal gruppo quando aveva cercato di affrontarli per dirgli di lasciar perdere il ragazzo. I carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Mestre erano così riusciti a svelare e a porre fine al ricatto, arrestano il giovane moldavo residente in Riviera del Brenta, che aveva agito con alcuni complici, denunciati, uno dei quali nei giorni scorsi è stato raggiunto da un provvedimento di obbligo di dimora, emesso dal tribunale. Tutto era iniziato con il rifiuto del giovane mestrino di partecipare agli illeciti della banda, diventandone così la vittima: botte e richieste di danaro per smettere, dagli iniziali centinaia di euro fino a 2 mila. Alla fine il ragazzo si era rivolto ai carabinieri, che avevano iniziato a seguirlo, raccogliere informazioni fino ad “accompagnarlo” alla consegna di 1000 euro quale prima tranche dell’estorsione: appuntamento con mercoledì pomeriggio all’interno del centro commerciale Auchan.
«Il ragazzo si è fatto sei mesi agli arresti domiciliari in custodia cautelare», racconta il suo avvocato, «e questo periodo gli è servito molto per capire la gravità di quanto combinato, gli è servito per prendere coscienza dei suoi errori». La pena patteggiata ( 2 anni e 4 mesi) è sospesa perché, a differenza degli adulti per i quali il tetto massimo per la sospensione condizionale della pena è di 2 anni, per i minori di 21 anni è di 2 anni e sei mesi.
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