Accordo Ilnor-sindacati stabilimento in vendita
Lo stabilimento della Ilnor di Scorzè è in vendita. Non il marchio, che rimarrebbe alla Eredi Gnutti Metalli di Brescia, ma capannone, macchinari, accessori e terreni possono essere acquistati anche domattina. La notizia è emersa ieri nel corso della riunione in prefettura ed è il primo dei tre punti sottoscritti e firmati da sindacati Fiom Cgil, Fim Cisl, azienda, sindaco di Scorzè Giovanni Battista Mestriner, Città Metropolitana e lo stesso prefetto Carlo Boffi.
Al momento non c’è un acquirente ufficiale della fabbrica metallurgica, dove operano 91 persone, ma se qualcuno dovesse farsi avanti nei prossimi giorni, da Brescia non gli chiuderanno certo le porte, come ha riferito il responsabile del personale Roberto Zilio. Ma l’accordo siglato, e poi passato al vaglio dell’assemblea degli operai nel primo pomeriggio, comprende altri due punti non si poco conto; in queste ore Ilnor pagherà a ogni lavoratore, purché non riceva altri soldi di cassa integrazione straordinaria, 1000 euro a titolo di anticipo delle future spettanze, mentre i sindacati, che confermano l’assemblea permanente dei loro iscritti, garantiranno l’accesso allo stabilimento degli operatori per metterlo in sicurezza e prelevare il materiale finito, stimato in 700 tonnellate, da qui sino al 31 maggio. Quest’ultimo punto si riferisce a quanto successo mercoledì, quando i dipendenti avevano incatenato gli ingressi della Ilnor, impedendo a un camion di portare via del materiale. «La situazione resta molto delicata», spiega il sindaco, «e l’accordo è frutto di una lunga trattativa. Siamo riusciti a prendere del tempo che sarà utile al Ministero dello Sviluppo Economico per lavorare al tentativo di salvataggio. Questo è stato possibile solo con la protesta ordinata e civile che i lavoratori di Ilnor hanno saputo fare notte e giorno da un mese e mezzo».
Se per Alberto Gomiero di Fim Cisl «è l’intesa migliore che si potesse portare a casa», per Giuseppe Minto «da domani (oggi ndr) inizia un’altra fase e la strada è ancora lunga». E Minto si riferisce a quanto succederà tra oggi a giovedì prossimo, con tre giorni considerati cruciali per il futuro della fabbrica; intanto oggi alle 13, il Tribunale del Lavoro di Venezia sarà chiamato a pronunciarsi sul ricorso presentato dalla Fiom Cgil dove lamenta l’inosservanza dell’intesa tra le parti, che prevedono il mantenimento del sito produttivo di Gardigiano e la cassa integrazione straordinaria di tutti i lavoratori. Poi gli altri due appuntamenti si terranno la prossima settimana, sempre a Roma e sempre al Ministero dello Sviluppo Economico; il primo è in agenda per martedì, dove Eredi Gnutti Metalli dovrà presentare il piano industriale, mentre due giorni dopo, il vice ministro Teresa Ballanova incontrerà tutte le parti interessate. E quell’occasione potrebbe essere da spartiacque.
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