Accoltellò l’ex: «È tentato omicidio»

Chioggia. Andrà a processo con questa accusa un trentunenne che aveva centrato con tre fendenti la vittima
CHIOGGIA. La lite tra due ex finisce a coltellate: 31enne chioggiotto rinviato a giudizio per tentato omicidio. Lo ha deciso ieri mattina il gup Alberto Scaramuzza, accogliendo la richiesta formulata dalla pm Alessia Tavarnesi. Il difensore dell’imputato, Ermes Mozzato, aveva chiesto di riqualificare il reato contestato in lesioni gravi, sostenendo che nel comportamento del suo assistito non ci fosse alcuna volontà omicidiaria, che la ferita provocata dalla coltellata non fosse letale e che il 31enne si sarebbe solamente difeso dopo una serie di aggressioni da parte dell’ex compagno, con il quale aveva una relazione da tre mesi che era terminata. Una linea, questa, che non ha convinto il gup Scaramuzza. La vittima, che oggi ha 33 anni, si è costituita parte civile con l’avvocato Giorgio Vianelli. In udienza era presente l’imputato.


L’episodio risale al 17 agosto 2015. I due uomini avevano avuto una relazione, con annessa convivenza, che con il passare delle settimane era diventata sempre più burrascosa. Fino a quel giorno di metà agosto, quando il 31enne aveva preso un coltello da cucina e si era presentato all’appuntamento con l’ex in Calle San Giacomo. Ma all’incontro, il 33enne era andato con il nuovo compagno. Ed era scoppiato il parapiglia. Ad un certo punto, il 31enne aveva tirato fuori il coltello colpendo l’ex partner. Tre i fendenti sferrati, di cui uno aveva centrato il giovane all’altezza dell’addome, perforandogli il peritoneo e provocando una emorragia superficiale del mesocolon. Il ferito era stato portato in moto al pronto soccorso di Chioggia dove era stato curato. Per valutare il quadro clinico, l’uomo era stato sottoposto anche a un intervento di laparoscopia esplorativa.


«Ho gettato il coltello in acqua e sono tornato a casa. Volevo morire», aveva raccontato l’aggressore nei giorni successivi all’episodio, spiegando che dopo l’aggressione era tornato a casa, aveva preso una dose potente di tranquillante (dopo che ne aveva assunta una prima di presentarsi all’incontro) assieme ad alcol e poi si era tagliato sugli avambracci. A trovarlo, steso sul letto intriso di sangue, era stato il padre, avvertito da un giro di telefonate tra familiari e polizia. «La vittima ero io», aveva sostenuto l’aggressore che ora si trova a processo. Le indagini non hanno permesso di rinvenire il coltello dell’aggressione.


Il 31enne comparirà il 3 aprile davanti al tribunale in composizione collegiale per la prima udienza del procedimento penale per tentato omicidio.


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