Accoltellamento di notte sangue e paura in centro
JESOLO. Notte di sangue al lido. Una scia che è rimasta ben evidente sulla passeggiata a mare, tra piazza Mazzini e Aurora, a testimoniare un accoltellamento tra extracomunitari, probabilmente marocchini. Ieri mattina già tutti sapevano dell'ennesimo episodio cruento al lido.
Uno dei marocchini è stato ricoverato all'ospedale di San Donà nel reparto di rianimazione in prognosi riservata, ma non in pericolo di vita. È accaduto verso le tre di notte, coinvolgendo almeno quattro o cinque nordafricani che hanno iniziato questa lite terminata in un bagno di sangue. Carabinieri e polizia stanno ora indagando, ma l’ennesimo episodio di violenza getta ancora un'ombra sulla zona vicina a piazza Mazzini, dove lo spaccio di droga è un'attività florida che aumenta di giorno in giorno, non senza tensioni e scontri che si ritiene possano essere motivati dalla spartizione delle zone.
Un gruppo di giovani jesolani sta pensando di scrivere una lettera alle forze dell'ordine e al Comune per raccontare quanto sta accadendo ormai da settimane in questa zona. Gli albergatori sono preoccupati: «Questo tratto del lido è ormai invivibile, ogni notte siamo immersi nel caos, degrado e paura». Il fatto, accaduto la scorsa notte è molto grave, oggetto di indagini approfondite da parte delle forze di polizia, anche perché ci sono di mezzo dei coltelli e il sangue a confermare che lo scontro è stato terribile.
Qualche giorno fa una turista di Verona è stata ferita sempre vicino a piazza Mazzini, ma in circostanze diverse. Il vetro di una bottiglia infranta le ha tagliata una gamba. Aveva parcheggiato verso piazza Marina, per la classica passeggiata fino a piazza Mazzini. Ha iniziato a camminare e ha raggiunto la piazza. «C’erano un casino bestiale», racconta, «e un sacco di persone ubriache con tanto di risse e vomito e polizia che guardava. Mentre camminavo è passato un tipo in bici, ha colpito una bottiglia che era per terra, questa è esplosa e un vetro mi si è conficcato in un piede. Il tipo della bici è sparito e io ero in una pozza di sangue con tutta gente intorno che guardava.
«Ho chiesto ai poliziotti di accompagnarmi all’ ospedale, ma mi hanno detto che non era possibile. Ho chiesto di chiamare un’ambulanza e mi hanno risposto che il 118 non risponde perché hanno tante urgenze. E io intanto avrò perso un litro di sangue. Poi un ragazzo ha chiamato l'ambulanza e mi hanno messo i punti lì sul posto per fortuna». La turista si è sfogata con un albergatore di Jesolo, raccontando l’ esperienza di quella notte.
Giovanni Cagnassi
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia