Accoltella alla gola l’amico e poi si dispera. Ferito in fin di vita: si cerca il coltello
MESTRE. Ha accoltellato alla gola quello che poco prima era suo amico, riducendolo in fin di vita. Ha fatto sparire il coltello - che i vigili del fuoco hanno cercato per ore nel canale vicino all'ospedale all'Angelo - poi una volta in manette si dispera: «Ho fatto una cazzata, mi dispiace, non volevo».
È con queste parole che un 32enne romeno venerdì pomeriggio si è consegnato alla polizia dopo aver colpito con un fendente alla giugulare un ragazzo 30enne al quale è legato sentimentalmente, un connazionale che adesso lotta tra la vita e la morte nel reparto di Rianimazione dell’ospedale dell’Angelo. L’accoltellamento è avvenuto a due passi dall’entrata del nosocomio mestrino, attorno alle 17. Sul tentato omicidio indagano volanti e squadra mobile della polizia. Il quadro è abbastanza chiaro.
I due giovani si trovavano all’interno dell’autobus numero 32, fermo al capolinea, assieme ad altri passeggeri. La lite furiosa è iniziata proprio all’interno del bus, tra il fuggi fuggi degli avventori. Cosa sia passato per la testa del giovane, solo lui lo potrà spiegare agli inquirenti, ma sembra che all’origine del raptus, perché di questo si è trattato secondo la polizia, ci sia un problema nel rapporto sentimentale tra i due.
A un certo punto, forse un moto di gelosia, qualche cosa è scattato, il più grande ha tirato fuori il coltello e ha ferito il compagno alla gola. Pochi secondi e il romeno è finito in una pozza di sangue agonizzante, si è trascinato fuori dal bus, ha fatto pochi passi ed è stato soccorso da un chirurgo dell’ospedale che in quel momento stava uscendo dalla porta principale, il quale ha chiamato subito i soccorsi ed ha prestato le prime cure al giovane.
Se il ragazzo supererà le prossime ore, dovrà a lui la vita e alla prontezza dei medici. Il ragazzo ferito è entrato direttamente in sala operatoria, dove è stato operato d’urgenza. L’intervento di stabilizzazione è riuscito, in serata è stato trasferito in Rianimazione, ma le sue condizioni restano critiche. L’aggressore, nel frattempo, ha gettato il coltello nel laghetto ed è rimasto vicino al bus, in stato catatonico.
La polizia è arrivata quasi subito e lo ha trovato là. Quando gli agenti lo hanno fermato e caricato in auto ha chiesto scusa, spiegando di avere commesso una stupidaggine. Una volta portato negli uffici della polizia è stato colto da una crisi di nervi, ha iniziato a sentirsi male ed è stato portato a sua volta all’ospedale civile, dove i medici lo hanno ricoverato.
Chino su una panchina, in attesa della polizia un veneziano che i due ragazzi chiamano papà, e che darebbe ospitalità a entrambi i giovani. «Mio “figlio” ha combinato un guaio grosso», ha ripetuto disperato, «ha fatto un disastro». Il giovane è stato arrestato in fragranza di reato, al momento dell’accoltellamento nell’area del piazzale si trovava la security, ma anche il personale che lavora proprio nel box dell’entrata, e che ieri aveva la consegna del silenzio, essendo l’indagine in corso.
Vicino all’entrata sparsi a terra lacci emostatici per fermare l’emorragia, guanti, bende, prove che ha raccolto la Scientifica, arrivata sul posto poco dopo.
A non aver visto il fatto l’autista del pullman, che in quell’istante si era assentato un attimo per andare al bagno. L’autobus è stato sequestrato mentre i sommozzatori dei Vigili del fuoco hanno cercato fino a tarda sera il coltello nello specchio d’acqua. —
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