«Accoglienza e rispetto Mestre si deve rialzare»
Carissima “Nuova di Venezia e Mestre”, scrivo al vostro giornale, perché traspare nei vostri articoli il vostro amore per Mestre. Sono un giovane di 30 anni che sta per diventare padre, amo questa città e la varietà della sua gente. Sento, come ogni mestrino, la piazza come il mio salotto. Da un po' di tempo anche mia moglie ha imparato ad amarla. Con le sue contraddizioni, le sue difficoltà e i suoi mille lavori.
Se vi scrivo, è perché penso che Mestre sia un bene da preservare, proteggere e custodire nel suo continuo mutare. In questi anni la città sta cambiando con una velocità incredibile, senza darci il tempo neppure di provare come comunità a dare una direzione a questo cambiamento. Oggi, alle 18 (l’episodio risale a martedì scorso, ndr) in piena luce, vicino a piazzale Da Vinci mia moglie, incinta al settimo mese, è stata avvicinata da due tizi, i soliti tizi che ormai ogni mestrino è abituato a vedere in ogni angolo di via Piave, in via Cappuccina, al parco di villa Querini, ai Sabbioni, in via XX Settembre, ovunque a Mestre. Ebbene dopo averla avvicinata ed averla apostrofata con qualche complimento le hanno sputato addosso. Sì, hanno sputato addosso ad una donna incinta (e, credetemi, si vede bene che è incinta!).
Cosa può pensare una donna che non si sente sicura neanche a girare in pieno sole e in stato interessante? Cosa può dire un giovane di 30 anni che sta costruendo la sua famiglia a Mestre e vede tanta, troppa gente così in giro? Ecco cosa posso pensare. Non ho i mezzi per fare nulla, ho solo tanta, troppa voglia di riappropriarmi (e riappropriarci) con gioia e serenità della nostra Mestre. Voglio che una donna possa passeggiare tranquillamente ovunque, anche in via Piave, perché anche se vede tanti colori diversi sa che c'è rispetto. Chiedo a chi ha un qualche ruolo in questa città, a chi la amministra, che idea ha della Mestre di domani. E in che modo ogni cittadino può contribuire a rendere migliore questa città. L'episodio capitato a mia moglie è marginale, lo so, ma credo che non possiamo limitarci a fare manifestazioni sporadiche e solo dopo che qualcosa di grave è avvenuto prima in via Piave, poi in via Verdi, via Cappuccina, e poi chissà dove.
È Mestre che si deve rialzare, tutta. Dobbiamo riappropriarci del senso di comunità, una comunità rispettosa che deve comprendere anche chi da poco è qui, ma che qui lavora in modo onesto. Per chi guadagna in modo disonesto la nostra città non deve più avere compassione o fingere di non vedere, non lo possiamo più fare. Ho visto in questi anni peggiorare troppe zone di Mestre per continuare a far finta di nulla. Questa città non è così grande. La mia idea di Mestre futura, al di là dei canali scoperti o meno, è questa: viva, colorata, caotica e accogliente, come lo è sempre stata. Senza paura, perché la paura sbiadisce ogni colore. Per certa gente, non c'è posto.
Lo scrivo anche per chi mantiene queste persone imprigionando se stesso e la città. Mentre scrivo i capelli sono stati già lavati, dello sputo più nessuna traccia! Il bambino ha anche ripreso a muoversi nella pancia. Quasi quasi adesso usciamo di casa, dobbiamo andare nel nostro salotto!
Buona Mestre a tutti.
* Un giovane mestrino
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