Accessi limitati dal 2018 il piano entro il 15 maggio

Otto priorità nella delibera quadro approvata giovedì dall’Amministrazione Casson e Fersuoch (Italia Nostra) critici: «La montagna partorisce il topolino»
Di Alberto Vitucci

Punto primo, contare i turisti. Perché oggi ancora non si sa esattamente quanti sono, alla faccia delle tecnologìe disponibili da molti anni. Punto secondo, «governare i flussi», cercando di dare una risposta convincente all’Unesco sul tema del turismo sostenibile. La delibera quadro approvata l’altra sera dalla giunta entra adesso in fase operativa. Commenti entusiasti da parte dell’amministrazione. «Diamo risposte concrete», dice il sindaco. Ma anche critiche. «La montagna ha partorito un topolino», dice Lidia Fersuoch, presidente veneziana di Italia Nostra. «Monitorare va bene, siamo già in ritardo», commenta Felice Casson, «ma adesso bisogna prendere delle decisioni».

La delibera prevede che entro il 15 maggio sia approvato il progetto di «governance territoriale del turismo a Venezia». Con otto priorità inquadrate in una cronoprogramma da oggi al 2018. Gli otto punti riguardano in primo luogo il «monitoraggio e controllo degli accessi alla città antica». Si potranno realizzare con telecamere e contapersone nelle aree strategiche di accesso come il ponte di Calatrava, la Lista di Spagna e i Tre Ponti, ma anche nei pontili di partenza e arrivo dei Gran Turismo. È in corso uno studio da parte del Corila in collaborazione con l’Università di Bologna (affidato al fisico veneziano Armando Bazzani) per analizzare i dati ottenuti dai cellulari. «Una sperimentazione è in corso sugli arrivi registrati a Carnevale», dice il direttore Pierpaolo Campostrini, «abbiamo un accordo con la Telecom e questo si può fare presto». Si potranno così verificare in tempo reale gli spostamenti della folla e gli itinerari dei turisti. Punto preliminare per prendere decisioni di «chiusura», in particolare in piazza San Marco. Dove non viene escluso lo stop e l’introduzione di un ticket.

Il secondo punto riguarda la «Polizia turistica», i controlli e la sicurezza, il decoro, con l’assunzione di 70 vigili e 100 ausiliari stagionali. Priorità illustrate nel provvedimento anche l’informazione e la «comunicazione nelle giornate di maggior afflusso per avvisare di possibili criticità». Infine, le aree di ristoro e sosta per i turisti, il blocco delle locazioni turistiche, la tassa di sbarco.

E poi la «sperimentazione» da attuarsi insieme alla Procuratoria di San Marco, alle categorie economiche, alla Marciana e ai Musei, della limitazione degli accessi in piazza San Marco. Ma questo succederà solo a «medio termine», cioè dopo il 2018», come si legge nelle tavole sinottiche. La sperimentazione proposta dal Comune al ministero dei Beni culturali dovrà riguardare invece «modelli di governance per la fruizione sostenibile dei siti Unesco maggiormente sottoposti alla pressione turistica, di cui Venezia costituisce progetto pilota».

Un lavoro frutto di mesi di consultazioni e riunioni di commissione, che prevede anche altri provvedimenti come il freno ai cambi d’uso, il blocco dei take away, cioè le vendita di cibo da asporto, lo spostamento di fermate Actv e approdi dei Gran Turismo. La delibera è solo il punto di partenza.

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