Acceso il faro Ramses II «Luce sul nostro futuro»
Il fascio da 72 megawatt sarà proiettato fino alla fine marzo, visibile dal Veneto Il poeta Ferruccio Brugnaro: «Trascini la bellezza delle stelle nel buio della terra»
MARGHERA. È stato acceso ieri Ramses II, il faro da 72. 000 watt di potenza che chiude il progetto “Marghera, luci e colori”. Una costellazione - quella di Marghera che ha già visto nei giorni precedenti l’illuminazione della raffineria Eni, del Ponte Bossi e della torre dell’acquedotto di Marghera - che oggi ha, dunque, ricevuto anche l’ultima stella, ospitata fino al termine di marzo nello stabilimento dei Cereal Docks, in via Banchina dei Molini. Eppure non a tutti ha convinto la massiccia “magnitudine” del Ramses II, tant’è che a fronte degli impressionanti 72 megawatt del faro (qualcosa di unico al mondo, 12 volte la potenza del faro newyorchese di Ground Zero) non sono mancate, nei giorni scorsi, rimostranze e accuse di concorrere all’aggravio dell’inquinamento luminoso del territorio.
In un primo momento si è temuto che il potente faro potesse interferire con il sentiero di avvicinamento verso Marco Polo, rischiando di mettere a rischio il traffico aereo. Una tesi confutata dal via libera dell’Enav. Poi una diffida da parte dell’Arpav, che è seguita a quella dello scorso 28 dicembre dell’associazione di astrofili “Veneto Stellato”. Nel frattempo l’Arpav aveva ritirato la diffida al Comune, limitandosi a chiedere una serie di informazioni, a partire dal progetto illuminotecnico.
Così ieri, davanti a un centinaio di persone, tra cittadini e membri dell’Amministrazione (presenti gli assessori Colle, Mar, D’Este, Venturini, Boraso e De Martin), con le note della Banda musicale di Tessera in sottofondo, Ramses II è stato attivato proiettando la sua lama di luce ad oltre 12.000 metri di altezza. Un fascio di luce che sarà visibile in tutto il Veneto, fa sapere l’amministrazione comunale. Il faro nelle ambizioni del Comune vuole valorizzare l’area di Marghera, diventando un simbolo per il futuro della città.
«Abbiamo investito su Marghera nel 2012, quando le altre multinazionali scappavano», spiega il padrone di casa, il presidente di Cereal Docks Mauro Fanin. «Oggi Marghera è uno dei nostri asset strategici, ci auguriamo che questa nuova luce sproni a guardare al futuro».
E di futuro parla anche la presidente della Fondazione Musei civici Gabriella Belli, ricordando l’importanza simbolica della luce («che fa svanire i turbamenti delle tenebre») e confidando in un futuro che veda una nuova fase di sviluppo industriale all’insegna di produzioni eco sostenibili e innovative. A celebrare l’evento, anche il poeta operaio Ferruccio Brugnaro, padre del sindaco, con il suo auspicio che il fascio di luce possa «trascinare la bellezza delle stelle nel buio della terra».
Decisamente più combattivo l’intervento del figlio: «Lottiamo ogni giorno contro nuove polemiche, sembra che nasca uno stupido al giorno», ha detto Luigi Brugnaro. «A Marghera si è inventata la grande industria italiana, ora si deve pensare al futuro, stando tutti nella stessa squadra non facendoci la guerra a vicenda».
L’invito del sindaco è lapidario: «Poche chiacchiere e lavoriamo per attuare il rilancio definitivo di Porto Marghera: dobbiamo rendere attrattivo per gli imprenditori tornare a investire qui, come è successo per la Cereal Docks, le nostre parole d’ordine devono essere fiducia e competenza».
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