«Accertamento giusto, Furlan pagherà»
DOLO. Nessun accertamento sbagliato, scorretto e tanto meno illegittimo. Nessuna presa di posizione della Commissione tributaria di Padova a favore di Mauro Furlan e dei suoi due locali, il Kalispera e il Pioniere di Dolo. L’Agenzia delle Entrate contesta senza mezzi termini le dichiarazioni dell’avvocato Federico Veneri, difensore dell’imprenditore che qualche tempo fa ha ricevuto i controlli dell’Agenzia, che gli ha contestato ricavi non dichiarati per una cifra che si aggira attorno a qualche centinaio di migliaia di euro. Come dichiarato da Veneri, il Tribunale Civile aveva ritenuto infondato ed erroneo l’accertamento induttivo degli accertatori, mentre la Commissione Tributaria di Padova ha recepito le risultaneze del giudice.
«La Commissione tributaria provinciale», spiegano dall’Agenzia delle Entrate, «ha confermato, con una lievissima riduzione, gli accertamenti emessi da noi nei confronti dei signori Furlan. La ricostruzione alla base degli accertamenti dell’Agenzia si fonda sulle incongruenze riscontrate in sede di verifica tra la farina per pizze utilizzata e le pizze vendute. Secondo i calcoli effettuati dall’Ufficio con la farina utilizzata, tenendo conto degli scarti di lavorazione, si sarebbero potute fare oltre 37mila pizze e non le 10mila contabilizzate dalla società. Conseguentemente, sono stati contestati ricavi non dichiarati per 296mila euro». Per quanto riguarda invece la sentenza della Ctp padovana, l’Agenzia sottolinea che «la regolarità delle scritture contabili non impediva all’Ufficio di procedere all’accertamento, in quanto tali scritture risultavano inserite in un sistema contabile complessivamente ed essenzialmente inattendibile in quanto confliggente con regole fondamentali di ragionevolezza». Secondo le Entrate, poi, per quanto riguarda il calcolo delle pizze realizzate, la Commissione tributaria «ha affermato che i dati più attendibili sono certamente quelli determinati dall’Agenzia delle Entrate e quelli riportati nella consulenza tecnica d’ufficio relativa al giudizio presso il Tribunale di Padova tra i quali c’è una minima discrepanza». Inoltre, «la perizia era stata chiesta dai ristoratori nell’ambito del giudizio civile per risarcimento danni intentato nei confronti dei verificatori. Risarcimento respinto dallo stesso Tribunale». Infine: «la Commissione ha ridotto solo dell’8%, in via equitativa, il totale dei ricavi accertati dall’ufficio, confermando nel resto gli accertamenti». (g.co.)
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