Accademia del rugby, sedicenne perseguitato: a processo quattro compagni di squadra

Teatro della vicenda la scuola della Federazione Italiana a Mogliano. Tra le accuse: rapina, estorsione, violenza sessuale, stalking e lesioni aggravate

MOGLIANO. I principi sani del rugby, conosciuto come uno sport formativo, che plasma i ragazzi e insegna loro la lealtà, il coraggio e lo spirito di gruppo, mal si conciliano con le accuse che faranno comparire 4 diciassettenni di fronte al giudice del tribunale minorile di Venezia il prossimo 11 ottobre. A vario titolo, il gip Maria Teresa Rossi imputa loro atti persecutori, stalking, percosse, estorsione, lesioni aggravate, rapina, violenza, anche sessuale e minaccia per costringere a commettere reati: la vittima è un sedicenne, la cui colpa era quella (i fatti sono del 2015) di essere un novello all’interno della blasonata Accademia della Federazione Italiana Rugby allestita nel Collegio Astori di Mogliano.

I quattro ragazzi imputati, tutti nati nel 1998, sono residenti a Padova, Treviso e in altri due diversi paesi del Trevigiano. La vittima è residente a Padova. Dopo tutte le angherie subite, la vittima è stata costretta a interrompere la frequentazione dell’accademia e contemporaneamente del liceo scientifico che è attivo all’interno della stessa (percorso riservato ai migliori rugbisti veneti Under 18). Per superare il grave stato d’ansia generato dalle continue angherie subite, il giovane ha seguito un percorso di psicoterapia. Gli atti di nonnismo gli avevano procurato «un calo del tono e dell’umore, scatti di rabbia e ira nelle relazioni scolastiche e familiari». A tutti e quattro ragazzi viene contestato di aver costretto il sedicenne a bere litri d’acqua fino a causargli il vomito, di avergli disfatto sistematicamente il letto che lui doveva in 30 secondi rifare, minacciando pugni e sberle se non ci riusciva.

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E ancora: lo svegliavano di notte, imbrattandolo con schiuma da barba e lo colpivano con calci e pugni. Gli sfondavano la porta della stanza e lo intimorivano, così lui era costretto a riferire che si era rotta perché ci era finito accidentalmente contro un trolley. Lo insultavano con parole irripetibili dicendogli che lo avrebbero fatto uscire dall’accademia e lo isolavano anche dagli altri compagni, che non lo frequentavano per paura di ritorsioni. Svariate sere gli toglievano il materasso dal letto e gli gettavano i vestiti qua e là. Per quasi due mesi calci, pugni e sberle erano all’ordine del giorno per il sedicenne.

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Teenage boy taking picture of a teenage girl at the toilets.

L’estorsione viene contestata dal pm Monica Mazza, per solo due degli imputati trevigiani, che oltre alle violenze e alle umiliazioni si erano fatti consegnare dal sedicenne 5 euro, a titolo di multa, perché una mattina non era riuscito a svegliarsi alle 6, per una seduta straordinaria in palestra che loro avevano deciso. Uno dei persecutori il 16 settembre del 2015 l’ha colpito alla schiena con una spranga di ferro e un mese più tardi, dopo averlo immobilizzato alla sedia con metri di “domopak” gli tirava le orecchie. La rapina è contestata solo a uno dei minorenni del Trevigiano che riusciva a sottrarre il credito Internet dal telefonino della vittima a suon di calci e pugni, per vedere filmati pornografici. L’ultima accusa, violenza sessuale, viene contestata a due dei quattro, assieme ad altri ragazzi rimasti da identificare e vede vittime diversi compagni. I quattro avevano creato un clima davvero pesante, chi doveva accorgersene e intervenire non l’ha fatto. La vicenda nasce dalla denuncia del padre della vittima (assistito dall’avvocato Paride Padula) che ha denunciato il tutto in procura e in una lettera che il presidente del Cus Padova Roberto Zanovello ha provveduto a diffondere negli ambienti federali.

 

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