Abuso edilizio, prescrizione per don Magoga

Il sacerdote era sotto processo per la tensostruttura utilizzata nelle iniziative parrochiali 

MAERNE. Si è chiuso ancor prima di arrivare alla discussione il processo per abuso edilizio a carico di don Paolo Magoga, all’epoca parroco di Maerne e oggi presidente del Cfp di Fonte, nel Trevigiano: è trascorso troppo tempo dal fatto e quindi ieri è stata dichiarata la prescrizione del reato.

Presente all’udienza davanti alla giudice monocratica Daniela Defazio c’era anche don Magoga, difeso dall’avvocato Roberto Zanata. «Sono passati cinque anni, tenuto conto anche della sospensione», chiarisce il legale, «È stata fatta giustizia sostanziale. Di certo non c’era la volontà di fare abusi».

Nel mirino della Procura veneziana era finita la tensostruttura utilizzata per le iniziative parrocchiali, tra cui la sagra e il Grest, nell’area degli impianti sportivi parrocchiali. Un’opera che sarebbe stata messa in piedi senza i permessi necessari. Di qui si configurava l’abuso edilizio. Il pubblico ministero aveva chiesto l’archiviazione del procedimento, ma il gip aveva ordinato l’imputazione coatta a carico del sacerdote. Nel corso del dibattimento avevano testimoniato varie persone legate al Comune. Tra queste, Elena Moscatelli, consigliere comunale di maggioranza e presidente della commissione Urbanistica, che aveva raccontato la genesi del caso che aveva poi portato alla demolizione della tensostruttura e alla successiva denuncia del parroco: «In commissione a febbraio 2014 dovevamo vagliare il piano particolareggiato della parrocchia di Maerne e la variante “Trevisan-parrocchia”. La responsabile dell’Urbanistica ha presentato il progetto. Ma durante la commissione, il consigliere Bernardi ha fatto notare che quello di cui si discuteva era già in piedi. Nei giorni successivi, la responsabile ha fatto segnalazione alla polizia locale». Poco dopo la notizia di reato era arrivata in Procura. Ieri la chiusura del processo grazie alla prescrizione.

Rubina Bon

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