Abusò di una disabile, condannato

Fiesso. Dovrà scontare sei anni un operaio che faceva parte del branco violento

FIESSO. Lei non lo aveva riconosciuto. Eppure gli indizi, cercati e pazientemente incastrati l’uno all’altro dai carabinieri coordinati dal pm Roberto Piccione, hanno portato al risultato. Secondo il tribunale di Padova Luca Vasile, 32enne operaio moldavo con residenza a Fiesso d’Artico, era uno dei componenti del branco che a più riprese, tra il dicembre 2013 e i primi del 2014, violentarono una ragazzina con problemi psichici. Severa la condanna: 6 anni e 6 mesi di carcere, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e quella legale per la durata della pena, oltre al pagamento di una provvisionale di 25 mila euro, un anticipo sul risarcimento che sarà quantificato in un separato giudizio civile. All’imputato (difeso dall’avvocato Stefano Marrone) era contestato un unico episodio. I giudici sono andati oltre la richiesta di condanna a 6 anni.

La ragazzina (tutelata dal penalista Giorgio Gargiulo) era stata “agganciata” su un sito in rete: un primo appuntamento, poi il “trasferimento” in un casolare abbandonato a Capriccio di Vigonza dove, ogni volta che i tre avevano voglia, accompagnavano l’adolescente per avere rapporti sessuali (l’accusa contestata è di atti sessuali per induzione). A presentare la denuncia erano stati i genitori di lei: la figlia aveva raccontato le violenze che subiva e loro si erano rivolti ai carabinieri. Dall’analisi degli accessi in rete e dei contatti telefonici con il cellulare della vittima, due del branco erano stati identificati: Cristian Dumitrascu, 39 anni, romeno, operaio residente a Stra, e Marius Vicol, 20 anni, studente moldavo di Vigonza.

I due, arrestati il 31 ottobre scorso a Perarolo di Vigonza in via Udine nel piazzale dell’Interspar, hanno scelto di essere giudicati con rito abbreviato il 27 luglio. Uno di loro ha fatto il nome di Vasile, ma quest’ultimo non è stato riconosciuto dalla ragazzina. Tuttavia altri elementi hanno confermato la presenza del 32enne davanti alla casa della vittima e i contatti telefonici tra lui e la ragazzina.

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