Abusi sessuali su due bambine l’anziano confessa alcuni episodi
L’anziano di 72 anni arrestato giovedì mattina dai carabinieri di Mestre con la pesante accusa di violenza sessuale aggravata continuata e atti sessuali su minori ha sostanzialmente ammesso le sue responsabilità ieri davanti al giudice del tribunale di Pordenone per l’interrogatorio di garanzia. Davanti al giudice per le indagini preliminari l’anziano ha ammesso di aver abusato delle due bambine di 9 e 11 anni alle quali la moglie faceva da baby-sitter ma avrebbe limitato l’arco temporale nel quale le violenze nei loro confronti si sono verificate negando anche una parte degli episodi che gli vengono contestati. Al termine dell’interrogatorio il giudice ha disposto che il 72enne, nonno vigile (in una scuola elementare diversa da quella frequenta dalle due vittime) ed ex artigiano, resti in carcere, e del resto neppure il suo avvocato difensore, il legale Alessandro Lombardo, ha avanzato richieste di misure alternative. Dopo l’arresto di giovedì mattina eseguito dai carabinieri su ordinanza di custodia cautelare del giudice Alberto Scaramuzza, l’anziano è stato trasferito nel carcere di Pordenone perché la struttura ha una specifica sezione dedicata ai detenuti cosiddetti sex offender. L’inchiesta del sostituto procuratore Raffaele Incardona che ha permesso di accertare gli abusi di cui le due bimbe sono stati vittime continua ora su due fronti: capire se nei due telefonini e nelle macchina fotografica sequestrati durante l’arresto di giovedì ci possano essere o meno immagini degli atti, e accertare se l’anziano abbia usato il suo ruolo di nonno vigile davanti alle scuole per cercare di avvicinare altri minori. L’allarme è scattato in aprile quando una maestra, molto in gamba, ha raccolto, durante un gioco sui segreti eseguito in classe, i segnali lanciati da una delle due bimbe che aveva confidato di alcuni strani giochi con un adulto. Segnali che la maestra coglie subito e che nel corso delle settimane hanno permesso, con il coinvolgimento della direzione scolastica, delle due famiglie coinvolte e delle forze dell’ordine, di raccogliere, in modo protetto, la testimonianza delle due bambine, e accertare così che entrambe erano state vittime di abusi nella casa dell’anziano.
Gli abusi sono stati possibili perché le due bambine frequentavano la casa dell’uomo in quanto affidate alle moglie, con la quali le madri avevano un rapporto di conoscenza e di fiducia che durava da anni. Spesso, a causa degli impegni di lavoro, le due donne lasciavano le figlie all’anziana senza poter immaginare chi si nascondeva dietro il volto cortese del marito. «Se parlate non vedrete più le vostre mamme», le minacciava l’uomo. Proprio la moglie dovrà essere ascoltata di nuovo, nelle prossime ore, per ricostruire che cosa accaduto nella sua casa mentre lei non c’era, ma stando ai primi accertamenti sembra che fosse all’oscuro di quello che il marito combinava con le due bimbe.
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