Aborto, Venezia si schiera: «Tutelare i medici obiettori». Scoppia la polemica
VENEZIA. «Tutelare il diritto dei medici all’obiezione di coscienza sull’aborto»: è il tema della mozione che sta mettendo in fibrillazione il centro sinistra veneziano. Una spaccatura vera e concreta sui temi dei diritti civili e della morale che da sempre dividono la parte cattolica del Pd da quella laica del partito e della restante parte della coalizione. La mozione è passata lunedì sera in consiglio comunale. Poche parole scritte dal consigliere Franco Conte (ala cattolica del Pd).
L’aula ha dunque approvato la tutela «dell’obiezione di coscienza dei medici in tema di salute». Motivo? Alla Camera si discuteva ieri di porre limiti all’obiezione di coscienza dei medici con proposte di Sel e pure del Pd. E allora, Venezia si schiera con gli obiettori. Senza dire nulla su una legge, la 194 , quella sulle interruzioni di gravidanza, che fatica da anni a trovare piena applicazione per l’alto numero di medici obiettori, oltre il 75 per cento nel solo Veneto. E nell’Italia delle mille difficoltà torna l’allarme aborti clandestini.
In un consiglio dove siedono solo tre donne, 16 consiglieri (9 del Pd) votano a favore, i contrari sono 8 ( tra cui il presidente Roberto Turetta) e 5 le astensioni, tra cui quella del sindaco Giorgio Orsoni. Un voto che scatena la polemica tra laici e cattolici. La prima reazione è quella della Consulta delle Donne del Comune di Venezia che con una lettera aperta ha chiesto il ritiro della mozione al sindaco Orsoni.
Tutte le polemiche e il dibattito sull’aborto a Venezia nell’edizione cartacea della Nuova in edicola
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia