Abbattuto il grande hotel dei disperati

Le ruspe si sono messe in azione ieri mattina alle 7 in via Trento per la demolizione definitiva di uno degli "alberghi dei disperati" della città. Davanti al passaggio a livello chiuso, i colpi di benna hanno abbattuto uno dei simboli cittadini del degrado e della disperazione di decine di persone vivono ai margini della società. A fine serata è rimasto solo il ricordo del l'ex falegnameria di via Trento, dove l’immobiliare Pancin andrà a costruire un nuovo albergo.
Stessa sorte, quella dell’abbattimento, è toccata nei mesi scorsi a parti dell’ex deposito Actv di via Torino. Murati gli accessi anche al bar della fermata Actv sul cavalcavia di Mestre. Anche in via Trento, chiusa ieri al traffico dieci ore per consentire i lavori di demolizione, gli accessi erano stati chiusi per impedire l’ingresso agli sbandati che usavano come rifugio questo vecchio stabile, abbandonato da un decennio. La decisione di abbattere l’edificio è stata imposta all’immobiliare dal Comune dopo la definizione degli indici volumetrici con un lungo carteggio. «La demolizione è il coerente sviluppo dei nostri interventi sul fronte della sicurezza – ricorda soddisfatto il vicesindaco Sandro Simionato – Abbiamo effettuato una puntuale ricognizione assieme alla Polizia municipale di tutti gli edifici abbandonati frequentati per arrivare ad identificare le proprietà e invitarli a provvedere a demolire questi luoghi. Un lavoro che è tutt’ora in corso e che serve ad allontanare la manovalanza della piccola malavita cittadina». Il pugno duro contro i ruderi, che ospitano sbandati e spacciatori, è scattato dopo le aggressio dell’autunno scorso contro le volanti della polizia, da parte di una trentina di magrebini, molti dei quali vivevano in edifici abbandonati di Mestre, Marghera e del Tronchetto. Il prefetto Luciana Lamorgese e il Comitato Provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica hanno chiesto al Comune e alle forze dell'ordine di censire gli edifici abbandonati e rifugio di queste persone. E dal Comune sono partite 25 lettere ad altrettanti privati perché provvedessero a rendere inaccessibili ad esterni le strutture disabitate e spesso pericolanti. L’hotel dei disperati di via Trento da almeno una decina d’anni era stato abbandonato ed è stato rioccupato, prima da stranieri provenienti dall'Est Europa e poi via da italiani e magrebini diventando un hotel per disperati e zona di spaccio e prostituzione femminile. L’ultimo arresto è quello di un magrebino che aveva organizzato un vero e proprio market dello spaccio con i clienti che mettevano i soldi in una fessura del muro e prendevano le dosi. Come a Scampia. E in quelle stanze, tra i rifiuti, c’è chi è morto di overdose. E due anni fa alcuni immigrati hanno rischiato di morire lì dentro per un incendio accidentale. Ora il pericolo è annullato.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia