A Venezia sempre più parrucchieri abusivi
VENEZIA. Anche parrucchieri e barbieri sempre più abusivi a Venezia.
«L'abusivismo a Venezia, anche nel settore acconciatura-estetica, è una piaga micidiale che, oltre a rischiare di distruggere l'intera categoria, mette a grave rischio sanitario l'utenza», a lanciare l'allarme è Umberto Corrà, storico e battagliero acconciatore della Confartigianato veneziana, che da sempre denuncia la piaga abusivismo e cerca di collaborare con l'amministrazione per sradicare questo fenomeno. «Anche recentemente abbiamo mandato lettere e segnalazioni di casi eclatanti agli uffici comunali» prosegue Corrà «e ora attendiamo riscontri. La lotta a chi si improvvisa professionista in un settore così delica to deve essere una priorità, non si può far finta di non vedere».
Il settore dell’acconciatura è molto variegato e comprende le attività di parrucchiere, massaggi, pedicure e manicure e onicotecnica (ricostruzione e decorazione unghie), dove l'invasione di “specialisti” improvvisati è diventata un flagello, soprattutto in saloni non autorizzati ed alberghi.
«In centro storico» denuncia la Confartigianato «ci sono tanti negozi di vendita di prodotti per il trucco che furbescamente attirano i clienti veneziani e turisti e, con la scusa di provare un prodotto, eseguono servizi di make-up completi, a pagamento. Il tutto senza le necessarie autorizzazioni, con personale privo di qualifica e in locali non sterilizzati, preparati ed autorizzati per questo scopo». E il pesante segno lasciato da questo abusivismo seminascosto è illustrato anche dal segretario della Confartigianato di San Lio Gianni De Checchi: «Questa crescente situazione d'irregolarità nel tempo ha quasi azzerato le aziende oneste, crollate dell'oltre in 60 per cento in poco più di quarant'anni».
«Altra anomalia assurda» continua Corrà «è quella dei tanti alberghi che si servono, per i servizi di acconciatura ed estetica per i loro clienti, di operatori privi dei requisiti previsti, spesso senza verificare se il personale a chiamata sia in possesso delle autorizzazioni amministrative e abbia un'attività con sede fissa. Ultimamente - sono stati aperti esercizi privi di qualsiasi autorizzazione, senza qualifica professionale, senza il preposto qualificato e senza i requisiti igienico-sanitari rilasciati dall'Usl. Nonostante le numerose segnalazioni effettuate alla Polizia Municipale di Venezia da parte della Confartigianato, a tutela delle attività regolari che versano tasse, contributi, pagano affitti e rispettano le condizioni igienico-sanitarie, di verifiche sul campo se ne continuano a vedere ben poche. Una città che non protegge chi fa i salti mortali per continuare, è una città allo sbando».
Una situazione che chiama dunque direttamente in causa i controlli sulla regolarità degli esercizi che dovrebbe fare la polizia municipale, ora fortemente rinforzata negli organici, ma che evidentemente non sono così assidui.
I dati resi noti dalla Confartigiamato sono impietosi. I barbieri a Venezia erano 32 nel 1976, solo 14 vent’anni dopo e appena 7 oggi. I parrucchieri (uomini e donne) erano 186 nel 1976, 114 vent’anni più tardi e si sono ridotti a 74 nella situazione attuale. Un calo che non si spiega, evidentemente, solo con la diminuzione del numero dei residenti, ma anche con la concorrenza sleale a cui gli artigiani del settore sono oggi sottoposti. (e.t.)
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