A Venezia il netturbino suona alla porta. I residenti: arriva troppo tardi

Via i sacchetti davanti alle case, il servizio funziona ma è ancora da registrare. Qualche protesta da parte di ristoratori e locali. E i B&B chiedono volantini di spiegazioni in inglese per i turisti
Interpress/Mazzega Venezia, 05.10.2016.- Veritas Campo San Barnaba, Dorsoduro, iniziata la raccolta rifiuti "porta a porta".-
Interpress/Mazzega Venezia, 05.10.2016.- Veritas Campo San Barnaba, Dorsoduro, iniziata la raccolta rifiuti "porta a porta".-

VENEZIA. Le calli sono di sicuro più pulite di prima, ma il nuovo sistema di raccolta rifiuti a Dorsoduro - allargato al resto della città storica nel corso del 20017 - deve essere ancora metabolizzato.

I residenti sono finalmente sollevati di non vedere più topi e gabbiani accanirsi sull’immondizia, ma c’è ancora chi chiede che si definisca l’orario in cui gli operatori ecologici passano nelle case, chi domanda che le barche che raccolgono i rifiuti dalle 6.30 alle 8.30 rimangano più ore, chi va via per lavoro prima delle 6.30 e non sa dove lasciare l’immondizia, chi abita all’ultimo piano e non ha un atrio in comune dove lasciare i rifiuti, chi sottolinea come le informazioni siano state date solo in italiano e le attività di ristoro che chiedono che la priorità sia data a loro.

Nel secondo giorno di sperimentazione, c’erano ancora dei sacchi della spazzatura fuori casa e per le calli, ma i cittadini dovranno stare attenti perché per un mese gireranno due ispettori che dopo un primo ammonimento, daranno una multa di 167,50 euro a chi fa il furbetto.

Sei barche di Veritas. Dalle 6.30 alle 8.30 sei barche di Veritas rimarranno ormeggiate in rio della Salute, rio di San Vio, rio di San Sebastiano (vicino al campo San Sebastiano, lato Università), rio di Santa Marta (lato ponte Novo, campo dei Secchi), rio di San Barnaba (in campo San Barnaba) e rio di Ca’ Foscari (a fianco del ponte di Santa Margherita). Molti i ragazzi e i genitori con figli che portano la spazzatura prima di andare a scuola. Per loro le due ore disponibili vanno benissimo, dato che la scuola comincia alle 8, ma anche per chi va in ufficio. «Finalmente ci sono le calli pulite», commenta Massimo Sambo in giacca e cravatta che, prima di andare a lavorare, passa a San Barnaba a buttare l’immondizia, «e per quanto riguarda l’orario io vedo un sacco di gente fuori alla mattina presto quando porto il cane». Non la pensano così i più anziani: «Ho 80 anni», spiega Luciano Viscontin, «mia sorella è sorda e non può camminare quindi devo venire io alla mattina, ma alla mia età ho bisogno di riposare». C’è chi pensa che con più controlli si sarebbe risolto tutto: «Finisco di lavorare alle 2 di notte», commenta Tommaso Lia dei “Do Draghi”, «per me dormire un’ora in più è importante. Se avessero multato tutte le persone che lasciano la spazzatura di notte, si sarebbe potuto evitare questo sistema».

Spazzino a casa. Dalle 8,30 alle 12,30 le tre squadre di operatori ecologici, per un totale di 21 persone, iniziano a suonare i campanelli. Ogni squadra si divide in due, uno per i rifiuti e uno per la carta, plastica, vetro e lattine. Porta dopo porta si suona, ma a volte nessuno risponde e sugli orari c’è ancora confusione: «Devono dirci l’ora in cui passano», è il parere di Anna Scrittori che mercoledì mattina è andata alla barca di San Barnaba per chiedere spiegazioni, «perché non si può stare tutta la mattina a casa ad aspettare. Ieri sono rimasta fino alle 11 e non ho visto nessuno». In questi giorni gli operatori stanno sperimentando quale tragitto fare. Anche per loro il lavoro è raddoppiato perché prima era più veloce, mentre adesso devono suonare, attendere che la persona porti giù i sacchi e poi proseguire. «Sono perplesso sugli orari», afferma Maurizio Pellegrineschi, «perché in genere passano alle 10,30, ma il primo giorno ho aspettato fino alle 12,45. Dovrebbero dirci a che ora suonano. Secondo me l’orario della mattina è presto, se penso a un anziano d’inverno con il freddo che fa». In alcuni casi, quello in cui c’è un atrio in comune nel palazzo, lo spazzino suona, qualcuno apre e l’operatore raccoglie i sacchi all’interno. Un metodo più veloce, ma prima bisogna guardare fuori dalla finestra per essere sicuri che chi ha suonato sia davvero lo spazzino.

Attività di ristorazione. Il primo giorno è stato un incubo per i commercianti che lavorano nella ristorazione, in particolare per quelli di campo Santa Margherita che hanno dovuto aspettare dopo mezzogiorno per consegnare i rifiuti, ma già da ieri le cose sono andate meglio perché gli spazzini sono passati alle 9. «Non possiamo muoverci da qui», spiega Oriana del “Boccon di Vino” in campo Santa Margherita, «e non possiamo tenere i rifiuti nel magazzino quando ci sono i clienti, non è igienico. Se passano presto va bene, ma il primo giorno è stato un disastro». Silvia Manzoni, per esempio, è responsabile dello “Skilla bar”. Lei arriva presto, fa le brioche, è da sola e ha il magazzino dall’altra parte del campo: «Non posso chiudere il locale perché l’operatore arriva a metà mattina», afferma, «quindi per noi andrebbe meglio se passassero presto, in modo che poi possiamo aprire l’attività senza preoccupazioni».

Turisti. Dopo il primo volantinaggio in italiano, tra due settimane ce ne sarà uno nuovo in inglese per spiegare anche ai turisti come mettere fuori i rifiuti.

 

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