A Venezia il mondo surreale e barocco di LaChapelle

VENEZIA. Una grande monografica presenta oltre cento immagini che ripercorrono, dagli anni Novanta a oggi, la carriera di uno dei più importanti e dissacranti fotografi contemporanei. Per la prima volta al mondo, alla Casa dei Tre Oci, dal 12 aprile al 10 settembre, sarà esposta la serie New World: 18 opere che segnano il ritorno alla figura umana e che ruotano attorno a temi come il paradiso e le rappresentazioni della gioia, della natura, dell’anima. Alla Giudecca, dunque, palpiterà l’universo surreale, barocco e pop di David LaChapelle, uno dei più importanti e dissacranti fotografi contemporanei.
L’esposizione, curata da Reiner Opoku e Denis Curti, organizzata da Fondazione di Venezia e Civita Tre Venezie, come si diceva presenterà un centinaio di immagini che ripercorrono la carriera dell’artista statunitense, dai primi progetti in bianco e nero degli anni Novanta fino ai lavori, solo a colori, più recenti, opere divenute in gran parte iconiche e che gli hanno garantito un riconoscimento internazionale da parte di critica e pubblico.
Come grande novità, la rassegna, prima monografica di LaChapelle a Venezia, propone l’anteprima mondiale di New World, una nuova serie realizzata negli ultimi quattro anni. Sono 18 fotografie che segnano il ritorno alla figura umana e che ruotano attorno a temi come il paradiso e le rappresentazioni della gioia, della natura, dell’anima.
Osservando il percorso compiuto da LaChapelle negli ultimi trent’ anni, si scopre come la sua fotografia si nutra da una parte del rapporto privilegiato con le riviste e la pubblicità, dove le icone della moda e dello star system agiscono come materia grezza per l’ispirazione, dall’altra parte della pratica creativa di esprimere la propria visione del mondo per immagini, influenzata senza dubbio dalla generazione di giovani artisti a lui coetanei, formata da Andy Warhol.
«Dalle viscere più profonde del complesso sistema della comunicazione, dell’advertising e dello star system - spiega Denis Curti - LaChapelle inizia a considerare l’”icona” il seme vero di uno stile che si fa ricerca e contenuto; nella Pop Art, trova l’ispirazione per riflettere sull’infinita riproducibilità dell’immagine; nel fashion e nel merchandising l’eccesso di realismo e mercificazione che, appunto, si converte in sogno».

Il percorso espositivo prende avvio dagli anni Novanta, quando Andy Warhol gli offre il suo primo incarico professionale fotografico per la rivista Interview. È in quel periodo che LaChapelle riflette sulle possibilità comunicative e divulgative dell’editoria, incredibilmente legate alla Pop Art.
Le sue fotografie denunciano le ossessioni contemporanee, il rapporto con il piacere, col benessere, con il superfluo e con una sfrenata esigenza di apparire. Il tutto ammantato da colori elettrici e superfici laccate. Le celebrità che hanno posato per lui sono moltissime, fra le quali spiccano Courtney Love, Pamela Anderson e la transessuale Amanda Lepore, ma anche Angelina Jolie, Madonna, Benicio del Toro, Elizabeth Taylor, e politici come Hillary Clinton e atleti come Lance Armstrong e David Beckham .
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia