A Venezia Brugnaro nel ring dei Frari
VENEZIA. «Se me ricandido? Certo che me ricandido signora! Perché non dovrei? Un divertimento del genere....» Alla fine la tensione si stempera. Dopo due ore di urla e contestazioni, anche qualche insulto. Il sindaco rimonta, e strappa qualche applauso. Nel ring del teatro dei Frari, trasformato per l’occasione un’ arena politica, Brugnaro «incontra i cittadini».
Lo sa dall’inizio che non sarà facile. Gioca in trasferta, nella parrocchia dove forte è l’anima di sinistra e l’opposizione alla sua giunta. Incassa da esperto politico le urla e annota le domande dei cittadini. praparando risposte e «colpi di teatro».
È il primo incontro aperto al pubblico dove si parla del bilancio di tre anni di amministrazione, e dove il primo cittadino risponde alle domande. Al suo fianco mezza giunta schierata, in sala consiglieri fucsia e una discreta clac pronta a rintuzzare l’offensiva degli oppositori. Urla e qualche «Siete ignoranti» pronunciato dal sindaco accendono gli animi. «Io discuto ma solo con quelli che hanno il cuore limpido», attacca, «inutile parlare ai soliti noti. Vi riconosco, siete sempre voi. Vi hanno scritto il foglietto, ma dovevate leggerlo dopo. Prima ascoltatemi. Avete rovinato la città». «Ma va via!» urla un signore di mezza età. «Va via ti», risponde lui.
Le melanzane. La signora Anna va subito al sodo. «Io l’ho votata, ma adesso a Santa Marta ci tolgono gli orti e tagliano le piante per fare un altro campo da tennis. Serviva? Dicono che ci sia dietro Umana. La temperatura sale. «Ma non è vero! si inalbera Brugnaro, «quelli sono gli impianti del Cus. E poi gli orti si possono anche spostare. L’orto lo go anca mi, le melanzane cresse lo stesso».
Affittanze turistiche. La signora Annalisa denuncia il disastro delle affittanze turistiche. «Li abbiamo sulle scale, non si vive più. Cosa fate per questo? I vigili conttrollano»?
Le slide. «C’è chi non è mai d’accordo su niente. Ma io sono qua per dirvi quello che abbiamo fatto. Lo faccio così, senza slide. Queo che fazeva le slide (Renzi, ndr) no ga fatto na bea fine...»
Moto ondoso. «Stanno distruggendo la città», dice un residente, «cosa fate voi?». Brugnaro prende fiato. «Prima era fuori controllo. Adesso abbiamo lanciato il progetto Onda zero. In alcune aree come il Bacino, a Sant’Elena alle Fondamente Nuove. Non ci siamo ancora riusciti. Anche perché le barche dei vigili non corrono, se uno vuol scappare scappa. I xè caenassi».
Il bilancio risanato. «Ma lo sapete voi che cosa abbiamo trovato? 800 milioni di debito». Buu dalla sala: «Basta, sempre la solita storia...» «Eh, però abbiamo trovato po po di casotto, i dipendenti erano 3.200 oggi sono 2.800, c’erano 26 direttori da 150 mila euro l’anno e 72 dirigenti. Il debito oggi è sceso a 740 milioni e abbiamo soldi in cassa, erano a zero quando sono arrivato io».
I vigili. «Abbiamo assunto 150 nuovi vigili». «Ma dove sono?», chiede un signore, «non si vedono». «Ne metteremo anche davanti a casa tua», taglia corto Brugnaro. Poi precisa: «Sono giovani e bravi ma vanno formati. Ci vuole tempo».
Scavo rii. «Abbiamo ricominciato a scavare i rii. Con un milione di euro ne abbiamo scavati alcuni come la Panada, il Batelo, i Mendicòli». Sbaglia l’accento e qualcuno dalla sala ride. «Va ben, va ben go sbaglià... Può succedere no?», se la ride, «quanti di voi sanno dov’è il Tarù? Dicono che sono un campagnolo, ma io ne vado fiero. Ho la mia dignità e cerco di conoscere i problemi».
Quelli di prima. «Ma ste cose perché non le avete mai chieste a quelli di prima? I rii non li scavavano perché non avevano soldi. Cacciari aveva ragione a dire che il Mose ci ha portato via i fondi della Legge Speciale. Ma dovevano avere il coraggio di dirvelo. Invece qua i gà ciuccià tutti»..... Applausi dalla clac, mugugni dal fondo sala.
La fibra ottica. «Renzi ci ha dato 50 milioni per fare la fibra. È quasi finita e adesso le pietre e i masegni che non vanno glieli faremo cambiare. A loro spese. Abbiamo fotografato tutto. Ma ho scelto di dirlo alla fine. Se no non si faceva nulla».
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