A Spinea 186 famiglie in strada iniziano i controlli del vicinato

Arrivati i cartelli dopo anni di tira e molla nel paese che aveva dato il via a questo sistema di vigilanza Checchin: «Nessuna fretta, la sicurezza va trattata seriamente». Già “in servizio” 186 famiglie
Di Filippo De Gaspari

SPINEA. Dove tutto era iniziato, ora il cerchio si chiude e si comincia con il servizio vero e proprio. Arrivano i cartelli e scoppia la pace tra Controllo del vicinato e Comune di Spinea, che ha anche organizzato una serata pubblica con tutti i rappresentanti delle forze dell’ordine ai massimi livelli per fare il punto sul sistema di sorveglianza urbana dei cittadini, un percorso che qui fu tra i primi a partire, tra gli ultimi a concludersi.

In mezzo anche qualche incomprensione tra comitato locale del controllo di vicinato e giunta comunale, ma l’altra sera in municipio il sindaco Silvano Checchin e la responsabile del controllo di vicinato in Veneto, Antonella Chiavalin, sono apparsi finalmente raggianti e i musi lunghi sembrano lasciati alle spalle.

Per l’occasione sono intervenuti in sala consigliare il capitano della compagnia dei carabinieri di Venezia Antonio Bisogno, il tenente della guardia di finanza Giuseppe D’Agostino e rappresentanti della polizia di Stato. Il sindaco ha anche designato una consigliera delegata, Luana Parolari, a seguire il progetto, mentre per il Controllo di vicinato di Spinea è intervenuta anche Irene Gola, che ha coordinato il lavoro dei vari gruppi in città.

Già nove quelli attivi, 186 le famiglie coinvolte. A Spinea nei giorni scorsi sono arrivati anche i primi cartelli, con la segnalazione delle zone sorvegliate dai cittadini completata in questi giorni.

Coperti finora alcuni dei quartieri più sensibili di Spinea: via Rossignago, via Bennati, Crea, via Capitanio, via Martiri, la Fossa, via Rimini, Fornase e Graspo d’Uva.

«Si è creata una partecipazione notevole in città attorno al tema della sicurezza», afferma il sindaco Silvano Checchin, «e dovevamo trovarci attenti a queste esigenze. La modalità di apporto di questi gruppi è stata lunga ma ha raggiunto un livello di qualità importante, che ha subito coinvolto la prefettura». Insomma meglio a passo lento e bene che di corsa e male.

«Fare comunità oggi significa lasciare meno spazio alle persone che vogliono delinquere, fare aggregazione ci rende meno vulnerabili», ha ricordato Chiavalin, «la serata e tutto il percorso nell’ultimo periodo con il Comune è stato molto produttivo, con il contributo significativo da parte delle forze dell’ordine. Abbiamo apprezzato le parole del sindaco sui progetti che vogliamo sviluppare insieme d’ora in avanti».

Oggi il controllo di vicinato è presente in Veneto con 500 famiglie e seimila aderenti, in costante crescita. Un sistema di sicurezza partecipata dove i cittadini pongono una particolare attenzione a ciò che succede nel quartiere.

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