«A settembre 2059 via l’ultimo veneziano»
VENEZIA . Il 21 settembre 2059 sul Ponte della Libertà l’ultimo veneziano si volterà a guardare la sua città, prima di lasciarla per sempre. Avrà con sé una valigia, ma soprattutto sentirà tanta rabbia nei confronti di chi non ha fatto nulla per farlo rimanere a Venezia. Un’immagine triste, ma se nessuno interverrà per agevolare la residenzialità, è questo che dobbiamo aspettarci. Lamno stando ai calcoli di Venessia.com.
E se la vita per molti prosegue senza farci molto caso, per altri è invece la preoccupazione principale. Quel veneziano o quella veneziana potremmo essere noi, un nostro figlio o un nostro nipote e non c’è più tempo per posticipare il problema. Questo dovrebbe essere il problema principale, prima di tutti gli altri.
Ieri mattina una decina di portavoce delle associazioni veneziane si è incontrato in Campo Santi Apostoli per ricordare le vertiginose cifre che, come il tic tac di un orologio, corrono irrefrenabili verso il numero zero. Dal 24 novembre al 24 febbraio abbiamo perso 290 residenti, arrivando a 53. 672. È questo il ritmo che vogliamo tenere? La domanda è posta da Venessia.com che aveva lanciato l’allarme con la manifestazione Venexodus, ma questa volta le voci sono aumentate. A richiamare l’amministrazione ci sono oggi anche Generazione 90, La Vida, Masegni & Nizioleti, Poveglia per tutti, Venezia Cambia, Venezia Civica, Comitato Ambiente Altro Lido e Sindacato Inquilini.
Lo spopolamento lo si vede anche dal fatto che gli spazi per i cittadini sono sempre di meno. «Siamo costretti a trovarci su un pozzo in un campo perché non abbiamo una sala dove poterci trovare, nonostante abbiamo chiesto da un anno un luogo per le associazioni» dichiara Matteo Secchi di Venessia.com «Venexodus si appella a tutte le associazioni della città affinché si uniscano a noi per non lasciare che questa città si svuoti della sua anima, i cittadini”». Tutto il mese di marzo sarà dedicato a un’intensa attività che produca proposte concrete da presentare al Comune.
Tutti i presenti evidenziano un problema: «Abbiamo difficoltà a interfacciarci con l’amministrazione per qualsiasi cosa» spiega Andrea Gusso di Venezia Civica «Dall’edicola che non c’è più in Via Garibaldi alle cose più piccole, troviamo un muro di gomma».
Il problema non riguarda solo Venezia, ma anche Mestre che «rischia di diventare un dormitorio per chi vuole andare a Venezia», il Lido «dove Cassa Depositi e Prestiti spende 130 milioni di euro per nuovi progetti, ma manca la capacità di mettere in campo nuove residenze» e i giovani che non possono nemmeno pensare a un futuro in città. Mancano 41 anni all’ora della fine: riuscirà la politica a non lasciare andare l’ultimo veneziano?
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