A scuola piatti veri al posto della plastica

MIRANO. È partita l’iniziativa sperimentale di lavaggio delle stoviglie scolastiche al posto dell’uso di piatti e posate in plastica. La novità riguarda le scuole Alighieri, Azzolini e Petrarca. Il...

MIRANO. È partita l’iniziativa sperimentale di lavaggio delle stoviglie scolastiche al posto dell’uso di piatti e posate in plastica. La novità riguarda le scuole Alighieri, Azzolini e Petrarca. Il Comune ha diffuso in questi giorni i numeri dell’iniziativa, che va nel segno di una minor produzione di rifiuti. In realtà il progetto comporta un costo economico non trascurabile, 25.250 euro solo per quest’anno sperimentale, ma allo stesso tempo permetterà di abbassare significativamente l’impatto ecologico del sistema di refezione scolastica, considerato anche il fatto che la plastica dei piatti usa e getta, essendo sporca, non è riciclabile.

Progetto condiviso anche dalla Regione, che di recente ha deciso un contributo economico agli enti e associazioni che utilizzano nelle mense stoviglie lavabili. Ovviamente Mirano ha subito fatto domanda di contributo. In città l’iniziativa riguarda circa 290 alunni per 38.276 pasti annui alla Azzolini, 250 alunni per 23.848 pasti alla Alighieri e 190 alunni per 10.791 pasti alla Petrarca, per un totale di 730 alunni e 72.905 pasti annui. Nella sua organizzazione il Comune si avvale della collaborazione della società partecipata Serimi, che gestisce il servizio mensa e si occupa del trasporto dei piatti da e per il luogo di lavaggio, il detersivo e la manutenzione delle lavastoviglie di proprietà del Comune, accentrate nei plessi Azzolini e Petrarca. In questo servizio il Comune non avrà aggravi di spesa, in quanto Serimi prevede che siano gli 8.900 euro risparmiati per l’acquisto delle stoviglie usa e getta a compensare i nuovi costi. Ad occuparsi del lavaggio delle stoviglie saranno invece i volontari dell’associazione “Bambini di Chernobyl”, che riceveranno un compenso di 10 euro per ogni ora di attività. (f.d.g.)

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia