A scuola con il badge ed è subito coda
MESTRE. Studenti come impiegati, devono timbrare i cartellini per poter entrare a scuola. La novità riguarda il liceo scientifico Morin della Gazzera dove ieri mattina, per la prima volta, è partita la sperimentazione del sistema informatico di controllo delle presenze che entrerà a regime, il primo febbraio. I problemi però non sono mancati perché i 750 ragazzi hanno creato due lunghe code, per far passare le tessere, i badge, per gli unici due lettori a disposizione.
Nonostante gli alunni avessero l’obbligo di entrare entro le 8.20, alle 8.40 fuori dalla scuola c’erano ancora degli alunni che aspettavano di entrare. Diversi genitori si sono lamentati. «Se proprio è necessario far timbrare i ragazzi – sostiene un papà – almeno bisognerebbe dotare la scuola di più lettori di schede elettroniche, in modo da evitare le code». «Gli alunni sono 750 e così com’è congegnato il sistema – tuona una mamma – si creano due file da circa 375 studenti, una cosa abnorme». «Negli uffici, il sistema funziona – argomenta un genitore – perché i punti per timbrare il cartellino sono ben più di due e poi gli impiegati non entrano tutti contemporaneamente». «Calcoliamo – sostiene una madre – che mediamente ogni ragazzo ci metta 10 secondi per “timbrare”. Questo vuol dire che l’ultimo alunno di una fila di 375, rischia di sostenere un’ora di coda per entrare a scuola: ma che sistema è?». «I ragazzi arrivano in massa – dice un papà – con i bus, tutti alla stessa ora. Pensare di farli passare tutti e 750 per soli due lettori di badge vuol dire avere un ingorgo assicurato. E’ come se all’uscita di un’autostrada, tutte le auto dovessero accodarsi in due corsie per pagare il pedaggio. Non capisco il senso di questa trovata».
Preoccupato della questione anche Carlo Forte della Flc – Cgil che dice: «Mi spaventa il tentativo di spostare nel rapporto con la tecnologia quello che dovrebbe essere non solo un problema organizzativo, ma soprattutto educativo. Quando l’insegnante fa l’appello in classe alla mattina, non compie solo un atto burocratico, ma responsabilizza gli studenti ricordando loro che bisogna essere scuola puntuali tutti i giorni».
«Abbiamo speso centomila euro e un anno di lavoro – replica il preside Valter Rosato – per rendere il Morin la scuola più avanzata tecnologicamente della provincia e questa innovazione, invece di essere salutata dai genitori stappando le bottiglie di Champagne, diventa l’obbiettivo di polemiche da lavandaie. Il ministro dell’Innovazione ha detto che questo sarà l’obbiettivo da raggiungere e noi ci siamo già. Questi genitori telefonino al ministro e gli dicano che smetta di investire in tecnologia e che vogliono tornare alla scuola della carta e dei calamai. Il nuovo sistema di registrazione delle presenza ha causato un quarto d’ora di ritardo nell’entrata a scuola che è normale per il primo giorno. I ragazzi si devono abituare, ci vorrà una settimana e poi si entrerà a regime. Ogni lettore è tarato per leggere 500 badge in 5 minuti perché basta che gli alunni avvicino la scheda perché la presenza venga registrata. Questo permetterà ai genitori di leggere sul computer in tempo reale le presenze dei figli, oltre che i voti e di snellire le attività degli insegnanti e degli uffici. Sono lamentele avvilenti».
Rosato aveva scritto alle famiglie – il 20 dicembre – per spiegare l’intero piano per l’informatizzazione costato 97.000 euro in tecnologia (due rilevatori, 750 badge, 29 lavagne multimediali, 29 computer, reti wireless, tastiere, mouse e lettori dvd esterni) e ottomila euro per il personale (riconoscimento economico per l’innovazione). Un impegno notevole. Ma sui badge si sono aperte le prime crepe.
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