A San Michele con il cane, vietato l’ingresso

Sette cani portati a passeggio nel cimitero di San Michele. Altrettanti padroni invitati ad uscire immediatamente. «La gente crede di poter fare quello che vuole ma questo è un luogo sacro. Ovunque abbiamo piazzato cartelli di divieto. Se vediamo persone entrare con animali facciamo la voce grossa arrivando al litigio ma non è il nostro mestiere. Dovrebbero intervenire i vigili. Ieri ne ho visto uno». Esordisce così Maurizio Zaranto, responsabile dei cimiteri del centro storico, Lido, Pellestrina. San Pietro in Volta, Murano, Burano, Sant’Erasmo. La problematica dell’inosservanza del Regolamento comunale cimiteriale e di Polizia mortuaria esiste, eccome. I veneziani protestano e danno suggerimenti per eliminare i comportamenti incivili. Liana Lazzari con Luigi Marella abitano a Favaro Veneto. Precisano: «Siamo veneziani di Via Garibaldi. Veniamo in cimitero a pregare e poi … sentiamo schiamazzi, vediamo persone che parlano al cellulare, altre fotografano. Manca il rispetto per il luogo. È una tristezza, una vergogna, un menefreghismo. È uno scaricabarile, un rimpallo tra Comune e Veritas. Per esempio dovrebbe esserci un controllore all’entrata del cimitero. Inoltre ad ogni persona dovrebbe essere consegnata copia del regolamento comunale».
Due suore canossiane di San Trovaso, madre Gabriella e Agnese, incrociano alcuni allegri turisti muniti di mappe e macchine fotografiche. Con passo frettoloso raggiungono l’imbarcadero: «Se non c’è il senso del sacro su chi ci ha preceduto. È necessario meditare sul senso della vita e sulla morte». Passa un uomo. Parla al cellulare a voce alta. Chiede informazioni su una tomba che non riesce a trovare. Annamaria Torcoli e il marito Adelio Bonaldo lo guardano perplessi: «Manca il rispetto per il luogo e manca la presenza di custodi stabili». La coppia abita a Mestre: «Siamo veneziani». I due spiegano che spesso si recano a San Michele: «Soprattutto di buon mattino. Una volta siamo stati attaccati dai gabbiani durante la nidificazione. Da qualche tempo è attivo un impianto acustico di dissuasione dei volatili. Bisogna fare un elogio a Veritas». Nei vari campi è un via vai incessante di persone.
Un gruppo di giovani circonda una tomba. È quella di Ezra Pound. I ragazzi americani estirpano le erbe infestanti. Li accompagna la figlia del poeta statunitense Mary De Rachewiltz: «Studiano a Tirolo di Merano la poetica di mio padre e agricoltura per aver cura e conservare il nostro pianeta». Il suo appello a Venezia: «Non so come fare per tenere pulita questa tomba, senza fiori artificiali che i miei detestavano. Alla Città chiedo di tenere verde questo spazio solo con edera e alloro. Grazie per le rose rosse».
Nadia De Lazzari
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