«A pesca in laguna con le mascherine» La richiesta al prefetto

«Siamo in attesa di un segnale dal prefetto. Una interpretazione della norma che consenta ai pescatori non professionisti che rispettano le distanze e gli obblighi di sicurezza di uscire con la barca per esercitare la pesca sportiva. In questi momenti di grande difficoltà economica può essere anche un aiuto concreto a molte famiglie».

Tornano all’attacco i pescatori. Chiedono perché mai sia vietato a loro come ad altri residenti di muovere la barca. Il virus all’aria aperta non è più pericoloso che in qualche autobus o in coda per il supermercato. «Soprattutto», dicono, «se a bordo dell’imbarcazione c’è una persona sola, al massimo due».

A pesca con la mascherina, è la richiesta. Ma per il momento risposte non ne arrivano. Anzi, le forze dell’ordine hanno dato una ulteriore stretta a chi si muove con la barca, anche non per ragioni di diporto. L’altro giorno multe a raffica all’avvocato Marco Sitran, che si sposta con il kajak. Fermata anche qualche imbarcazione di gente che va al lavoro. Una del trasporto verdura. «Sfugge che in questa città ci si sposta anche con la barca», dicono i pescatori.

Così intanto qualcuno si arrangia e prova a pescare dalle rive. Soprattutto di sera si vede qualche luce nel deserto del paesaggio veneziano di questi giorni. Pescatori che vanno a seppie, cominciano a entrare in laguna con i primi caldi. A giudicare dalle chiazze nere sui masegni la pesca è anche andata a buon fine.

«Chiediamo di poterci spostare in barca», insistono, «ovviamente rispettando le misure di sicurezza».

Da un mese, con l’emergenza coronavirus, sono migliaia le imbarcazioni bloccate nei cantieri. —

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