«A non fare niente è stato proprio il Pd»

Gpl, l’ex sindaco Casson replica a Penzo. Intanto si scopre che l’autorizzazione scade tra due mesi

CHIOGGIA. «Fra due mesi scade il termine di due anni che il Ministero concedeva alla Costa Bioenergie per chiudere l’impianto, chi si prenderà la briga di firmare una proroga?». Se lo chiede provocatoriamente il presidente del comitato No Gpl Roberto Rossi che all’articolo 2 del decreto autorizzativo del 26 maggio 2015 ha scoperto che «Costa Bioenergie, sotto pena di decadenza dell’autorizzazione, è tenuta a ultimare i lavori nel minor tempo possibile e, in ogni caso, non oltre due anni a decorrere dalla data del decreto. Eventuali proroghe potranno essere concesse con provvedimento del Ministero dello Sviluppo economico sentito il Ministro delle Infrastrutture». Il termine dei due anni non potrà essere rispettato dato che i tre bomboloni sono ancora in superficie. «Le proroghe non dovrebbero nemmeno essere prese in considerazione», sostiene Rossi, «dato che il Tar, nel ricorso presentato dalle imprese portuali, ha deciso per la non accettabilità perché i termini della presentazione erano scaduti. Se così non fosse quale sarebbe il senso dello Stato percepito dalla popolazione di Chioggia se ai cittadini non si concedono proroghe mentre ai poteri forti sì?».

Mentre il cantiere avanza, continua il gioco del rimpiattino tra Pd ed ex sindaco Giuseppe Casson sulle responsabilità.

«Ho già ammesso pubblicamente la mia responsabilità politica», spiega Casson, «chi invece non ammette le proprie, non è serio e non è adatto a governare. Le vere responsabilità del Pd sulla vicenda sono quelle di un partito che, per lucrare elettoralmente sulla questione e utilizzarla contro il sottoscritto, non ha mosso un dito dopo il Consiglio comunale del settembre 2015, rimanendo in silenzio fino alla campagna elettorale. Non ha mai mosso un dito nella direzione di chi ha gestito integralmente la procedura che ha condotto all’autorizzazione, ovvero Roma, guarda caso a guida Pd. E non lo dico io, lo aveva detto il 30 settembre 2014, in commissione consiliare, l’allora segretario del Pd Christian Boscolo Papo dichiarando a microfono aperto che “la vicenda, essendo interamente gestita a livello ministeriale, non consentiva alcuno spazio di manovra a livello locale”. Verso Roma il Pd non ha fatto un bel niente, nemmeno in campagna elettorale quando arrivò a Chioggia il ministro Delrio per sostenere proprio Barbara Penzo. Solo tante pacche sulle spalle, ma guai a disturbare il manovratore romano». (e.b.a.)

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