A Mestre un negozio su cinque è sfitto
MESTRE. Tanto franchising, prezzi medio bassi e poche merceologie rare e di qualità che sono tipiche dei capoluoghi. Più negozi temporanei. E un trend di negozi sfitti che tra 2016 e 2017 rimane stazionario (20, 5%) ma che è il doppio nel raffronto tra 2012 e 2017. Il risultato è che un negozio su cinque nel centro di Mestre è oggi vuoto. «E dopo un anno la città non dà gli attesi segnali di ripresa. Mestre appare addormentata», dice Maurizio Franceschi, direttore di Confesercenti Venezia. Si presenta così l’osservatorio permanente sul commercio a Mestre, progetto di Confesercenti di Venezia e Iuav all’interno del progetto del distretto dell’attrattività pensato per rilanciare il centro di Mestre puntando sulla prossima apertura, per la fine del 2018, del museo M9 della Fondazione di Venezia.
Dati che non c’erano. L’Osservatorio, spiegano Franceschi e Lacchin, parte dalla «riscontrata mancanza di una raccolta unitaria di dati sullo stato di salute del commercio». Ci hanno lavorato Laura Fregolent, docente di tecnica e pianificazione urbanistica dello Iuav e Alvise Canniello sta svolgendo un tirocinio di laurea in pianificazione del territorio. Canniello è andato a passeggiare nel centro cittadino per mappare le vetrine a piano terra, tra serrande aperte e chiuse.
Oltre 900 negozi. I dati, di maggio 2017, riportano un centro di Mestre con oltre 900 attività conteggiate in 55 spazi tra vie e piazze suddivise in 61 categorie. Ci sono 605 negozi, ristoranti e bar, 123 attività del terziario dei servizi.
188 quelli vuoti. La sessantaduesima categoria sono i negozi vuoti: 188 locali sfitti su 916 censiti (il 20,5%. Il doppio di quelli mappati nel 2012. I negozi sfitti sono tanti quanti i negozi di abbigliamento in centro. Il 50 per cento dello sfitto si concentra in dieci strade: piazza Ferretto, via Torre Belfredo (più 13% di sfitto), Corte Legrenzi (più 25% di negozi chiusi rispetto al 2016).
Chi peggiora. Se via Palazzo si risolleva con il 12 per cento in meno di negozi sfitti, via Manin peggiora: più 7 per cento di chiusure. La maggior parte dei locali sfitti, dice la ricerca, lo sono da anni. Alxcuni diventano i temporary shop. Così Galleria Barcella riduce del 28% i negozi sfitti. Riviera XX Settembre si anima (sfitto che cala del 13%). Bene via Palazzo e via Verdi (meno 12 per cento). Impoverita galleria Teatro Vecchio: sono arrivate le Generali, ma tanti negozi sono chiusi.
L’anima. Piazza Ferretto raccoglie da sola il 7,4% per cento delle attività censite. In terza posizione per densità di attività c’è via Carducci; quarta è via Mestrina. Le strade dell’abbigliamento e delle calzature si concentrano qui e in via Olivi e nell’asse verso via Palazzo. I negozi di vestiti calano del 5 per cento in termini numerici e si teme l’effetto della chiusura di H&M al “Le Barche”. Ristoranti, bar , pub e trattorie passano dai 122 del 2016 ai 129 del 2017. Al quarto posto i negozi di parrucchieri. Gli alimentari sono nell’area centrale 42. In calo nel settore servizi ci sono gli sportelli bancari, complice la crisi: rispetto a 5 anni fa le filiali bancarie sono calate del 15% e gli spazi che rimangono vuoti o sono occupati da altre banche o difficilmente trovano un riuso.
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