A Mestre, reti contro lo spaccio sotto il cavalcavia

MESTRE. Le prime le abbiamo viste in via Olivi, per evitare la presenza di sbandati e senzatetto nell’ex galleria commerciale rimasta da tempo con le vetrine spente. All’inizio dell’anno, con il sostanziale via libera dell’amministrazione comunale, sono stati i residenti del condominio Ca’ Rossa che si tra viale Vespucci e via Ca’ Rossa, 400 garage e 150 appartamenti per altrettante famiglie, ad alzare le recinzioni contro la presenza degli spacciatori. «È brutto? Provate voi a vivere in queste condizioni, ora è tutta un’altra vita», avevano spiegato.
Venerdì mattina invece sono stati i titolari del garage privati sotto il rampa cavalcavia tra via Cappuccina e corso del Popolo, attraverso il loro amministratore, a provvedere alla chiusura, con l’installazione di alcune reti metalliche, alla vasta area dei garage sotterranei, di sera utilizzati da spacciatori e consumatori di droga, soprattutto eroina.

Chi abita nei palazzi che si affacciano ai garage sa bene come, fino all’altro giorno, funzionassero le cose in questo luogo nascosto ai più. «Gli spacciatori nascondevano la droga nel piazzale dei garage e poi, una volta ricevuta la telefonata del cliente di turno», racconta un ragazzo che abita a pochi metri dal rampa cavalcavia, «andavano a recuperarla per poi venderla oppure indicavano dove poterla trovare».
Per entrare bastava scavalcare il muretto di recinzione alla rampa d’accesso. Qualche volta l’area sotto la rampa veniva usata direttamente dai consumatori che, arrivati all’ingresso, pagavano, e poi scendevano nel tunnel per consumare. Negli ultimi mesi sono state molte le segnalazione dei residenti, inviate soprattutto alla Città metropolitana che è proprietaria del palazzo confinante con i garage, abbandonato da tempo e a sua volta luogo di ritrovo per lo spaccio prima che venisse murato e sigillato. «L’intervento realizzato per rendere sicuri i garage», spiegano i residenti, «è per noi una bella notizia, speriamo che serva ad allontanare da questa zona lo spaccio e il degrado». L’intervento ha visto la posa di reti metalliche rigide, per evitare che nell’arco di un paio di settimane sia necessario intervenire di nuovo per riparare gli squarci di chi non vuole rinunciare a quell’area di spaccio. (f.fur.)
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia